Blitz anti-'Ndrangheta, un veronese tra i 12 arrestati

Blitz anti-'Ndrangheta, un veronese tra i 12 arrestati
VERONA - Nuova inchiesta sull'Ndrangheta coinvolge Verona. C'è, infatti, anche un cittadino di Bussolengo, A.G., 31 anni, originario di Crotone ma residente nel...

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VERONA - Nuova inchiesta sull'Ndrangheta coinvolge Verona. C'è, infatti, anche un cittadino di Bussolengo, A.G., 31 anni, originario di Crotone ma residente nel paese scaligero, tra le 12 persone arrestate all'alba di oggi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro in quanto ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsioni, usura, delitti in materia di armi, furti, danneggiamenti seguiti da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

I reati contestati ad A. G., in particolare, sono estorsione aggravata dal metodo mafioso e minaccia a pubblico ufficiale. L'operazione, condotta tra Petilia Policastro (Crotone) e Bussolengo, ha visto i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Crotone, con il supporto di personale del Comando Provinciale Carabinieri di Verona, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, dare esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Il provvedimento trae origine da un’attività investigativa, condotta, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Crotone e dalla Compagnia di Petilia Policastro, diretta e coordinata dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dai pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno consentito di definire la pervasività della ‘Ndrangheta di Petilia Policastro nei comuni di Petilia Policastro e Cotronei, la quale ha visto una sua riorganizzazione, a partire dall’anno 2014, a seguito di alcune scarcerazioni per fine pena di suoi esponenti di spicco, che hanno determinato una escalation di atti intimidatori sul territorio.

Gli inquirenti sono riusciti ad individuare e delineare i singoli ruoli dei vari componenti, sia con riferimento agli organizzatori delle attività criminali (usura, estorsioni, danneggiamenti, furti) sia con riguardo ai partecipi, compresi i nuovi adepti a disposizione del reggente con mansioni di autista. Sono stati così ricostruiti e identificati il mandante e gli autori dell’omicidio con conseguente soppressione di cadavere (“lupara bianca”) avvenuto il 30 ottobre 2018 in Petilia Policastro nei confronti dell'allevatore Massimo Vona. La vittima, dopo essere stata attirata in un’azienda agricola in località “Scardiato” di Petilia Policastro con il falso pretesto di consegnargli i responsabili dell’incendio appiccato nel 2016 al suo capannone, sarebbe stata uccisa, con almeno due colpi di arma da fuoco. I responsabili avrebbero quindi proceduto all’eliminazione fisica del cadavere, mai ritrovato. L’8 novembre 2018, in località Scavino di Petilia Policastro, i carabinieri hanno rinvenuto solo la carcassa dell’autovettura dell’allevatore scomparso, completamente distrutta dalle fiamme.

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Il Gazzettino