Ncc a Tessera: in auto con motore ​acceso davanti a scuole e case

CACCIA AL CLIENTE La zona arrivi dell’aeroporto di Tessera dove ogni giorni tassisti e conducenti di furgono Ncc si contendono la clientela (Nuove Tecniche/ Alessandro Scarpa)
TESSERA (VENEZIA)- C’è chi aspetta una chiamata a distanza, motore acceso e marcia ingranata. C’è chi, invece, pazienta più a lungo, rimanendo...

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TESSERA (VENEZIA)- C’è chi aspetta una chiamata a distanza, motore acceso e marcia ingranata. C’è chi, invece, pazienta più a lungo, rimanendo appostato in qualche parcheggio tra Favaro, Tessera e Campalto, pronto a partire nel caso qualcuno prenoti una corsa una volta sceso dall’aereo. E poi c’è chi i clienti va a cercarseli direttamente alla fonte, proponendo (anche con una certa insistenza) i propri servizi all’uscita del gate dell’aeroporto. La galassia degli Ncc (noleggio con conducente) spazia generalmente tra queste macro categorie. Il business, anche per necessità logistiche del Marco Polo, è importante, e di conseguenza il fenomeno è diventato di massa. Non senza effetti collaterali, che vanno dalla velocità dei furgoncini neri tra via Orlanda e la Triestina all’overbooking dei parcheggi in tutti i centri abitati satelliti dello scalo lagunare. Una situazione che, in più di qualche caso, ha portato a momenti di tensione tra autisti e residenti. I motori accesi davanti alle scuole, i posti auto completamente occupati davanti ai negozi, e i nervi saltano, tanto che in qualche occasione si è arrivati alle mani. L’apice di questo contesto, caotico e a tratti delirante, è la morte di Luciano Trevisan, il 63enne travolto e ucciso giovedì pomeriggio da un furgone Ncc in via Orlanda. La cartina tornasole di quanto l’affare faccia gola è il gioco sporco. Chi, cioè, in barba alle regole si fionda sui viaggiatori per proporre il proprio servizio di trasporto. La formula di rito è  standard: «Mister! Madam! Taxi?» Inizia una minima contrattazione e una volta trovato l’accordo, si parte. Qual è il problema? Non si può. Lo vieta la legge, prima di tutto, ma lo proibiscono anche le regole di Save, la società che gestisce l’aeroporto. Ci sono due realtà, chi ha il front office (sia per servizio Ncc, sia per i taxi) e chi ha per subconcessione diritto a parcheggiare auto o van in una delle corsie riservate all’esterno dell’aerostazione, fronte arrivi. A nessuno, però, è concesso di fare l’intromettitore. «Queste persone ci rubano i clienti - raccontano i tassisti del front office - noi paghiamo dai 30 ai 70mila euro all’anno per avere un ufficio qui e non possiamo uscire dallo sportello. Abbiamo segnalato la cosa decine di volte alle forze dell’ordine. I prezzi sono uguali ai nostri (50 euro per piazzale Roma, ndr) in questo modo non possiamo difenderci, queste persone riescono a guadagnare fino a mille euro al giorno a scapito nostro». Save, per conto suo, per limitare il fenomeno (che oltre a violare i dettami di una concorrenza leale, infastidisce anche e non poco i passeggeri) ha limitato l’area di attesa ai mezzi registrati e ha istituito la Ztc (zona traffico controllato). «Per il resto tutte le segnalazioni vengono inoltrate alle forze dell’ordine», fanno sapere da Save. I battitori sono numerosi, hanno concessioni solitamente con Comuni vicini a Venezia e se un tempo si limitavano alle uscite dal gate 2 e 3 degli arrivi, adesso hanno un loro avamposto all’interno dell’aeroporto. Negli ultimi tempi, poi, è cresciuto il frangente straniero, composto soprattutto da croati e sloveni.

CAOS VIARIO

La lotta per la conquista del mercato, però, poi finisce in strada. Dall’aeroporto a piazzale Roma, il viavai dei furgoni è costante. Il Marco Polo, soprattutto in certe fasce orarie, è sotto assedio: dalla zona taxi e fronte arrivi, dove i mezzi sono in costante movimento, alle aree di sosta perimetrali. E non solo quelle concesse: c’è chi si ferma a lato strada, in via Orlanda, chi aspetta con le quattro frecce lungo la rotatoria di ingresso al Marco Polo. “Sfanalate”, clacson, qualche gestaccio e finta di niente. Si esce dall’aeroporto, si procede verso il centro di Mestre, e la situazione non cambia, anzi in alcuni frangenti peggiora. Favaro, Campalto, Tessera: posti bianchi e posti blu sono occupati quasi esclusivamente da furgoncini neri o grigi. Una scacchiera bicolore che, però, limita la circolazione dei residenti, che ora sono sul piede di guerra. L’altro frangente è la guida (in alcuni casi decisamente troppo) sportiva: in questo mestiere più corri, più guadagni, è semplice matematica. E più di qualche comitato cittadino, nei mesi scorsi, aveva lamentato l’eccessiva velocità dei mezzi con conducente. Uno di questi, giovedì pomeriggio, ha investito il pensionato di Campalto.
Davide Tamiello
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Il Gazzettino