PADOVA - «Vergogna, 1100 morti, oggi li uccidete un'altra volta!». Sono rimbombate nell'aula del Tribunale di Padova le urla di disperazione dei parenti...
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Il giudice monocratico Chiara Bitozzi è andata oltre, assolvendo gli ex vertici della Marina con formula piena, perché il fatto non sussiste. Gli 8 ammiragli (in origine erano 40, ma molti nel frattempo sono deceduti), erano imputati per le morti dei loro sottoposti e per le malattie dei tanti superstiti che ora stanno affrontando impegnative chemioterapie. Si tratta degli alti ufficiali che dal 1980 si sono succeduti alla guida delle flotte della Marina, accusati di aver avuto responsabilità nei danni patiti da svariate decine di ex militari - l'Osservatorio Amianto cita il rapporto della Commissione parlamentare d'Inchiesta, parlando di 830 casi di mesotelioma - in servizio sulle navi. Le ragioni di questa decisione si conosceranno tra 90 giorni. Ma secondo la stessa pubblica accusa, i vertici della Marina non avevano autonomia di spesa nel budget assegnato, e non potevano stanziare fondi per l'eliminazione del pericolo amianto.
Duro il commento dell'avv. Giovanni Chiello, rappresentante delle associazioni delle vittime. «Ho poche parole da dire, la sintesi di questo processo - ha affermato - l'hanno formulata oggi in aula gli ex militari e i familiari di deceduti a causa dell'amianto». Incredulità è stata espressa anche dall'Osservatorio nazionale Amianto.
I servizi sul Gazzettino del 15 gennaio Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino