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UDINE - Il più giovane ha 12 anni, il più anziano 83. C'è il funzionario regionale in pensione e c'è il professore, c'è l'entomologo e c'è il nonno. Cresce il popolo dei salva-prati, che, negli appezzamenti presi in affitto a proprie spese, sfalciando, segando alberi ed eliminando cespugli invasivi, senza alcun compenso, sta cercando con fatica di ripristinare dei prati stabili dopo anni di abbandono, per evitare la perdita di uno scrigno di biodiversità (tutelato da una legge regionale). Fra Fagagna, Buja e Pagnacco, secondo i calcoli di Roberto Pizzutti, "deus ex machina" di questo movimento virtuoso (innescato con il suo docufilm "Incanto d'erba e... urgenza"), sono quasi una decina gli ettari complessivi sottratti all'avanzare del bosco e dei rovi.
Villalta di Fagagna
La storia del prato stabile di Villalta di Fagagna ha visto la svolta anche grazie al video di Pizzutti, dipendente regionale in pensione. «Lo avevo scoperto 15 anni fa e tornandoci l'ho ritrovato abbandonato, con una forte invasione di robinia. Il primo sopralluogo, l'abbiamo fatto a settembre 2023. Con me, Denis Demichiei, giovane professore del Malignani, tre studenti appena diplomati e l'entomologo Pietro Zandigiacomo. Con Denis, ci siamo conosciuti perché lui aveva visto il mio film sui prati stabili (vedi altro articolo ndr) e si era appassionato.
L'obiettivo, per Villalta, è proporre «l'istituzione di un biotopo naturale. Ne proporremo uno anche a Pagnacco, l'unica stazione rimasta di Rhynchospora fusca, una pianta rara legata alle glaciazioni». Questo riconoscimento prevede anche l'attivazione di contributi, «con cui potremo continuare a fare quello che finora abbiamo fatto gratis, usando i soldi per acquistare altri terreni». A Fagagna, «utilizzeremo il fieno per la pacciamatura in orti biologici e lo proporremo alle tre latterie della zona». L'idea sarebbe quella di una sorta di "bollino" a centimetro zero, per dire che, sì, il latte arriva da mucche nutrite a fieno "certificato". «Sarà un percorso lungo, ma contiamo di arrivarci». Per il salvataggio dei prati stabili, quindi, «la battaglia sta dando frutti. Vorremmo coinvolgere dei gruppi sportivi. L'idea è quella di un evento benefico: invece di fare una corsa, potrebbero aiutare a movimentare del legname». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino