Balasso sarà la voce dell'esploratore Miani nella grande mostra a Rovigo

Natalino Balasso in uno dei video della mostra su Giovanni Miani
ROVIGO - Natalino Balasso racconterà Giovanni Miani. La mostra dedicata all’esploratore rodigino, “Il Leone bianco del Nilo”, a Palazzo Roncale dal 12...

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ROVIGO - Natalino Balasso racconterà Giovanni Miani. La mostra dedicata all’esploratore rodigino, “Il Leone bianco del Nilo”, a Palazzo Roncale dal 12 marzo, promossa dalla Fondazione Cariparo, visitabile gratuitamente fino al 26 giugno 2022, vede il comico di origine polesana impegnato in una serie di interventi registrati, con la regia di Marco Segato, che narrano alcuni momenti e aspetti della vita di Miani. Le riprese sono state effettuate all’interno del Museo di Geografia dell’Università di Padova, accanto a globi terraquei, libri di esploratori e carte geografiche.


«Perché al di là del “colore” del personaggio davvero singolare che fu Miani, il progetto espositivo sottolinea la sua missione di geografo ed esploratore, mettendo in evidenza l’attenzione e il rispetto con cui indagava i territori che via via andava scoprendo – chiarisce il curatore della mostra, Mauro Varotto, delegato della Rettrice per i musei e le collezioni dell’Ateneo patavino – Terre dove un uomo bianco non era mai stato visto, e il suo comparire diveniva curiosità e stupore».


IL COMMENTO DI VAROTTO
«Già nella fase preparatoria del progetto su Giovanni Miani ho avvertito la necessità di far uscire il suo messaggio da vecchie carte e polverosi diari, di “incarnare” l’umanità e attualità di questo uomo eclettico e stravagante – prosegue Varotto -, e trasmettere così al pubblico la forza del suo messaggio che ancora oggi può insegnare qualcosa. La scelta attoriale è caduta subito su Balasso, non solo perché originario del Polesine come Miani, ma soprattutto per il suo profilo di attore e scrittore autodidatta e versatile, capace di conquistare con la simpatia e la leggerezza delle sue interpretazioni, ma anche di suggerire riflessioni profonde, di alternare il registro leggero di una mimica e di un linguaggio dall’accentuata inflessione dialettale (il carattere sgrammaticato della scrittura di Miani) alla vena polemica e all’invettiva senza veli (anche questa cifra ben presente nelle pagine dell’esploratore, dal tono schietto e sincero di chi è fuori dai giochi di potere dell’epoca), come contributo a una riflessione profonda sul mondo attorno al Nilo di ieri e di oggi».

IL COMMENTO DI NATALINO


Balasso, da parte sua, ammette che conosceva Miani ma di esserne stato colpito, fin da subito, dalla sua figura «estranea all’aura retorica degli altri esploratori votati alla conquista e al successo». Emerge così il fascino romantico della sua umana fragilità, e la passione e forza morale di rialzarsi dopo ogni fallimento. «Miani ci insegna che il fine non sta nella meta, ma nel coraggio di intraprendere sempre nuovamente il nostro viaggio – aggiunge Balasso -. E se la scoperta delle vere sorgenti non fu esente da una certa dose di brutalità e cinismo, forse sarebbe giusto riconoscere a Miani il ruolo di scopritore morale delle sorgenti del Nilo».
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Il Gazzettino