Natale a Nordest vuol dire famiglia: per uno su 5 resta in primis una festa religiosa

Natale
VENEZIA - Il Natale? Una festa degli affetti rappresentata dall'Albero addobbato: sembrano essere queste le indicazioni principali che emergono dai dati elaborati da Demos per...

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VENEZIA - Il Natale? Una festa degli affetti rappresentata dall'Albero addobbato: sembrano essere queste le indicazioni principali che emergono dai dati elaborati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. Oggi, infatti, è il 47% a identificare nel Natale un momento importante soprattutto per stare con i propri cari, mentre il 32% la giudica una mera operazione commerciale e il 21% la riconduce al suo significato religioso. Al contempo, è l'Albero (43%) ad essere preferito al Presepe (29%), anche se non mancano quanti li amano entrambi (23%) o chi ugualmente non li apprezza (5%).


Questo è il secondo Natale di pandemia.

Per sapere che festività ci attendono quest'anno dovremo aspettare il 23 dicembre, quando la cabina di regia renderà note le regole con cui saranno gestite le prossime settimane. Le prime indiscrezioni parlano di utilizzo obbligatorio di mascherina all'aperto e di un'applicazione più estensiva del Super Green Pass, oltre a un richiamo alla responsabilità e alla cautela personale nell'incontrare parenti e amici. Nulla a che vedere con le pesanti restrizioni del 2020, dunque, ma in ogni caso quelle che ci attendono saranno delle festività limitate. La pandemia ha cambiato il significato che ha il Natale nel Nord Est? In linea generale, sembra abbia accentuato una tendenza che si stava già delineando.

Tra il 2009 e il 2013, la maggioranza relativa dei nordestini la riteneva soprattutto una festa commerciale (37-41%), mentre le quote di intervistati che la giudicavano una ricorrenza rilevante per stare con i propri cari erano comprese tra il 33 e il 35% e chi ne sottolineava il significato religioso oscillava tra il 25 e il 28%. Nel 2017, il primo cambiamento dell'opinione pubblica: cresce in maniera rilevante la connotazione affettiva (40%), a discapito sia di quella commerciale (38%) che religiosa (21%). Oggi, questa propensione appare ulteriormente confermata: se chi ne ha una concezione religiosa appare stabile (21%), ad essere ulteriormente aumentata è la componente di chi la considera importante per stare con i propri cari (47%) a svantaggio di chi ne ha una visione più commerciale (32%).


Una festa degli affetti, dunque, il Natale. Ma cosa lo simboleggia meglio? L'Albero (43%) vince sul Presepe (29%), anche se non manca una quota di intervistati che ama entrambi (23%) e una che ne è ugualmente lontana (5%). La preferenza verso l'abete addobbato sembra essere presente soprattutto tra giovani (69-77%) e le persone di età centrale (35-44 anni, 56%); al contrario, il Presepe cresce in misura maggiore tra adulti (55-64 anni, 40%) e anziani over-65 (44%). Se consideriamo la religiosità, infine, traiamo ulteriori indicazioni. Quanti vanno in Chiesa saltuariamente tendono a preferire l'Albero (48%), così come chi non è praticante (64%). Il Presepe sembra dunque essere appannaggio soprattutto di chi frequenta assiduamente la Messa (55%), tra cui però è presente anche una quota rilevante (34%) che li ama entrambi e li vuole entrambi a rappresentare il Natale.
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Il Gazzettino