Dispensate dal silenzio e un biglietto: il Natale delle monache di clausura

Dispensate dal silenzio e un biglietto: il Natale delle monache di clausura
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PADOVA - Per regalo, pensieri scritti su un biglietto. Auguri come messaggi dal cielo, che raccontano del dono della preghiera, della carità, della semplicità. Anche questo è il Natale delle vergini eremite francescane nel convento di via Cavalletto, due passi da Prato della Valle. Sette suorine nel silenzio della clausura pescano trepidanti quel foglio che una sorella ha preparato per la Natività.




Lo racconta Maria Gabriella, madre superiora, 70 anni, da 48 nell’antico edificio di san Bonaventura. «Sono i doni che ci fa Gesù Bambino - dice con un sorriso da dietro le grate - in ogni bigliettino un messaggio per ciascuna di noi». E il miracolo della nascita si ripete nel convento, ormai troppo grande per le eremite. «In ogni stanza da lavoro abbiamo allestito un piccolo presepe - ricorda Maria Gabriella - ci induce a riflettere». Il 25 dicembre è la messa di mezzanotte, la sveglia alle sei («tardi, perchè di norma ci alziano prima delle cinque»), le lodi e il rosario, l’ora di terza. È la vita consacrata alla preghiera con la gioia del Natale che più le unisce.



«Porgiamo a Dio la nostra unità come richiesta di fraternità», dice la madre superiora. Se il mondo oltre le mura è frastuono, dolore, violenza, conflitto, in ogni salmo recitato c’è la voce di chi soffre. «La preghiera liturgica è più che mai attuale. È la nostra richiesta di intercessione, la mia, per chi è afflitto da distruzione, guerra, nemici». A Natale invocazione di pace, quella stessa parola che le suorine si sentono ripetere da chi domanda, e sono in tanti, un’orazione per loro, perchè trovino lavoro, salute, o l’armonia in una famiglia ormai disgregata. Pace. Pace dell’anima.



«Vede - dice Maria Gabriella -le poche volte che sono uscita dal convento ho visto gente senza sorriso, seria. Chiusa nei problemi. Ho avvertito un senso di freddezza. Per chi è fuori la vita qui può sembrare sempre uguale, noiosa. Ma non è così. L’esistenza interiore si modifica, e oggi non affronto più le difficoltà come ieri. Chi vive nella preghiera cambia. Ogni giorno è diverso dall’altro, questa la meraviglia». A Natale si mangerà carne e si berrà vino. Sulla tavola le verdure dell’orto. E un panettone. «Saremo dispensate dal silenzio. Chi segue Cristo trova la felicità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino