Nascose il feto morto nell'armadio: era incapace di intendere e di volere

Nascose il feto morto nell'armadio: era incapace di intendere e di volere
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RONCHI DEI LEGIONARI - Incapace di intendere e di volere al momento in cui da sola diede alla luce, al nono mese di gravidanza, una bambina. Era notte e la piccolina era viva. Poi il tragico gesto della mamma sedicenne che, forse sotto choc vuoi per la giovane età vuoi per l'incapacità di rendersi conto di quanto stava accadendo, ha chiuso il minuscolo corpicino in una borsa nascondendola all'interno di un armadio dove 48 ore dopo i Carabinieri hanno fatto la drammatica scoperta: la bimba era deceduta. La ragazza non è punibile stando all'esito dell'incidente probatorio svolto dal perito incaricato. Il caso tuttavia resta aperto e la Procura del Tribunale per i minorenni chiederà il rinvio a giudizio della giovane su cui incombono due ipotesi di reato: omicidio e occultamento di cadavere. Era stata l'autpsia a rivelare che il feto era nato vivo e senza che vi fossero tracce di lesioni su di esso. Il parto era stato naturale. Il fatto risale al 5 febbraio quando la giovane, accompagnata dalla madre, si è recata all'ospedale San Polo di Monfalcone per bloccare una emoraggia uterina. La ragazza non aveva fatto alcuna menzione del feto privo di vita davanti ai sanitari che sono intervenuti ignari di quanto fosse accaduto. Era stata la madre della ragazza, tornata a casa per recuperare il pigiama e l'occorrente per la degenza ospedaliera, a trovare il feto nell’armadio, dentro ad una borsa. La donna aveva riferito il fatto ai sanitari del San Polo che a loro volta avevano allertato i Carabinieri.
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Il Gazzettino