Culle vuote e cervelli in fuga, nel Pordenonese sempre meno giovani

Un giovane studia l'orario dei voli
PORDENONE - Sempre meno giovani nell’Area vasta pordenonese, fra calo delle nascite e fuga verso altri Paesi o città italiane. E a trasferirsi sono soprattutto quelli...

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PORDENONE - Sempre meno giovani nell’Area vasta pordenonese, fra calo delle nascite e fuga verso altri Paesi o città italiane. E a trasferirsi sono soprattutto quelli con titolo di studio più elevato, che spesso scelgono di uscire dalla Regione già al momento dell’iscrizione all’università. Quelli che restano o ritornano si concentrano invece nel capoluogo. E non basta a trattenere i ragazzi neanche una situazione occupazionale tutto sommato positiva, certamente migliore rispetto alla media regionale e italiana, anche se lontana da quella europea. È la fotografia scattata dall’Ires Fvg per PordenoNext, il progetto avviato dal Comune di Pordenone assieme ad altre sette amministrazioni dell’Area vasta che ha proprio l’obiettivo di rendere il territorio attrattivo per le nuove generazioni. Lo studio del contesto è infatti un elemento centrale nel progetto PordenoNext, e per questo negli ultimi mesi l’Ires Fvg (Istituto di ricerche economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia) ha sviluppato un’analisi quantitativa e qualitativa, e ne ha pubblicato i risultati principali proprio sulla pagina Facebook del progetto.

IL CALO

Secondo la ricerca, negli ultimi anni l’invecchiamento della popolazione non è più attenuato dai flussi migratori ed è aggravato da un flusso continuo in uscita che riguarda soprattutto i giovani con titolo di studio elevato.
I giovani rappresentano circa l’11,1 per cento della popolazione degli otto Comuni dell’Area vasta pordenonese: un dato inferiore, in termini percentuali, rispetto alla media italiana ed europea, ma in linea con quella regionale. L’incidenza è rimasta piuttosto stabile negli ultimi dieci anni, ma mostra un netto peggioramento rispetto al 2002. Fra le ragioni ipotizzate dall’Istituto di ricerca ci sono l’invecchiamento della popolazione, la contrazione della natalità e soprattutto l’emigrazione dei cittadini italiani all’estero.

LA “FUGA DEI CERVELLI”

I giovani fra i 18 e i 39 anni rappresentano quasi il 50 per cento delle persone dell’Area vasta che hanno deciso di intraprendere un percorso di vita all’estero. Fra le mete preferite, Regno Unito, Germania, Stati Uniti e Francia. Le iscrizioni all’università ritornano a crescere dopo un brusco calo fra 2010 e 2015, e la scelta privilegiata resta quella dell’Ateneo di Udine. Nell’ultimo decennio, tuttavia, sono sempre più numerosi gli studenti che scelgono atenei fuori regione come Padova, Venezia, Bologna e Milano. Un altro dato significativo è la concentrazione dei laureati fra i 25 e i 49 anni nel capoluogo, dove un residente su cinque, della fascia d’età presa in esame, è laureato, quasi il doppio rispetto al resto del territorio.

IL LAVORO

La condizione occupazionale dei giovani è fra le migliori a livello italiano, ma resta bassa rispetto al resto d’Europa. Il tasso di occupazione dei giovani è più alto rispetto alla media regionale e nazionale, anche se la maggior parte dei lavoratori under 30 ha un contratto a tempo determinato oppure lavora part time: solamente il 43,5 per cento ha lavorato con continuità nel 2020. La retribuzione media è stata di 14mila euro: in testa gli amministratori, che guadagnano però la metà rispetto ai loro colleghi over 30, seguiti da dipendenti pubblici e commercianti. Le retribuzioni più basse sono invece quelle dei lavoratori domestici e delle prestazioni occasionali, dove la componente femminile è decisamente prevalente, con il 65 e il 78 per cento.

 

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Il Gazzettino