Scuola, il calo demografico presenta il conto: pochi iscritti nelle classi. Alcuni istituti rischiano la chiusura

Scuola, il calo demografico presenta il conto: pochi iscritti nelle classi. Alcuni istituti rischiano la chiusura
PADOVA - «I nostri istituti comprensivi sono già stati riorganizzati, l’anno prossimo, invece, bisognerà fare una riflessione se chiudere o meno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - «I nostri istituti comprensivi sono già stati riorganizzati, l’anno prossimo, invece, bisognerà fare una riflessione se chiudere o meno alcune scuole». A dirlo è stata ieri l’assessora alle Politiche scolastiche Cristina Piva. Complice il calo delle nascite, in provincia è già in atto in processo di accorpamento degli istituti comprensivi. Anche a Padova il calo demografico si fa sentire in maniera pesante. 

LA SITUAZIONE

La scorsa primavera, per esempio, sono state pubblicate le graduatorie per le scuole dell’infanzia comunali per anno scolastico che è iniziato a settembre. Sono pervenute 279 domande su 303 posti disponibili. I posti assegnati sono stati 266. Non è stato possibile assegnare tutti i posti in quanto per cinque scuole (Cremonese, Il mago di Oz, Sant’Osvaldo, San Lorenzo da Brindisi e Wollemborg) sono pervenute meno domande rispetto ai posti disponibili. E anche per le primarie le medie le prospettive non sono floride.
Anche in città, dunque, c’è il rischio di dover accorpare gli istituti comprensivi? «Da questo punto di vista – ha rassicurato ieri Piva – non ci sono problemi. Già qualche anno fa, abbiamo provveduto ad una riorganizzazione in questo senso passando da 14 a 13 istituti comprensivi. Detto questo, ora sarà necessario attendere le iscrizioni al prossimo anno scolastico per poi fare un ragionamento sulle singole scuole».
«Mi spiego meglio – ha aggiunto l’esponente del Partito democratico – in città sono presenti degli istituti scolastici con pochissimi iscritti che, in molti casi, sono costretti a ricorrere alle pluriclassi. Ecco, va fatto un ragionamento se abbia o no senso, continuare a tenere aperte queste strutture. Si tratta di scuole che non garantiscano condizioni ottimali per le attività didattiche e che, anche dal punto di vista economico, sono troppo dispendiose rispetto ai bambini che la frequentano». 

DE AMICIS

Da questo punto di vista, è emblematica la situazione della primaria De Amicis in via Citolo da Perugia a due passi da piazza Mazzini. Quest’anno gli iscritti alla scuola sono stati appena 26. Anche se in maniera più sfumata, in città ci sono altre scuole che devono fare i conti con la mancanza di bambini. Alla primaria Luzzati di Salboro in prima si sono registrate 8 iscrizioni e in terza 10. In questo quadro piuttosto fosco, però, ci sono delle eccezioni. Alla Salvo d’Acquisto all’Arcella quest’anno ci sono state 216 iscrizioni. È arrivata addirittura a quota 227 l’Ardigò di via Agnusdei. In tutti i casi, in 10 anni le scuole primarie sono destinate a perdere 750 bambini. 


Il settore Scuola di palazzo Moroni, infatti, l’anno scorso ha calcolato che nell’arco di tempo compreso tra il 2015 e il 2025 solo le primarie perderanno il 10% dei loro iscritti. Si registra un forte calo delle nascite corrispondente a più di un dimezzamento nei ventenni 1981-2000 e 2001- 2020. Tre anni fa, infatti non si è andati oltre quota 1.332 nuovi nati.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino