L'insigne musicologo non poteva dirigere il San Carlo di Napoli: risarcirà 540.000 euro all'ateneo

Paolo Pinamonti
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VENEZIA  - Tutto nasce con un esposto alla Corte dei Conti del Veneto presentato dalla rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, ad aprile 2022. Segnala che il professor Paolo Pinamonti, musicologo tra i più noti in Italia, e docente all’università veneziana del corso di “Musicologia e storia della musica” al dipartimento di Filosofia e Beni culturali, con un contratto di ricercatore, aveva anche ricoperto il ruolo di direttore artistico della Fondazione Teatro San Carlo di Napoli, con un compenso annuo di 100 mila euro, tra il 2015 e il 2020. Motivo dell’esposto? Il professor Pinamonti, sotto contratto con Ca’ Foscari, non avrebbe potuto ricoprire quel ruolo.


A dare ragione alla rettrice, la Corte dei Conti che ha condannato il musicologo a risarcire l’ateneo lagunare con 540mila euro. Cioè tutto quanto guadagnato nel suo incarico al teatro napoletano.


LE MOTIVAZIONI
Secondo i giudici contabili, Pinamonti avrebbe agito con dolo: per anzianità di servizio (assunto nel 2006), per età e lunga e qualificata esperienza professionale, per l’apertura di una partita Iva e l’incarico durato nel tempo. «Il Collegio - si legge in sentenza - ritiene che il dottor Pinamonti non solo fosse a conoscenza delle norme in materia di incompatibilità e attività per conto terzi, ma anche avesse piena consapevolezza che per svolgere in particolare il ruolo di direttore artistico del Teatro San Carlo fosse necessaria una specifica autorizzazione». Per il tribunale infatti è stata violata la legge che impone l’esclusiva ai docenti e ricercatori universitari, escludendo loro attività anche occasionali che prevedano un compenso e l’obbligo di richiesta di autorizzazione all’ateneo in casi specifici. Secondo la difesa, invece, Pinamonti (che potrà impugnare la sentenza in Appello) avrebbe agito in buonafede, tanto da aver inserito l’incarico nel suo curriculum (rintracciabile anche su internet) così come fatto anche con altri compiti in atenei d’Italia e d’Europa.


La vicenda aveva avuto anche un versante amministrativo con un procedimento interno a Ca’ Foscari che si era concluso con la sospensione di cinque mesi, escluso l’orario di lezione per non danneggiare gli studenti.

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Il Gazzettino