Requisiti stellari, ma micro paga: bufera sul bando per il direttore del museo

La sede del museo De Rocco
SAN VITO (PORDENONE) - Requisiti "stellari" e incarichi di responsabilità per un compenso di 500 euro al mese. Si riassumono così i motivi che hanno...

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SAN VITO (PORDENONE) - Requisiti "stellari" e incarichi di responsabilità per un compenso di 500 euro al mese. Si riassumono così i motivi che hanno spinto l'associazione Mi Riconosci Friuli Venezia Giulia (che si batte per un'equa retribuzione per i lavoratori e i professionisti dei beni culturali) a sollevare la bufera su un concorso pubblico indetto di recente dal Comune di San Vito.

L'ente è alla ricerca di un direttore scientifico che si occupi della sezione archeologica del museo civico Federico De Rocco per il triennio 2024/26. La sezione in questione, che trova spazio nella torre Raimonda, è attualmente chiusa al pubblico e si punta alla sua riapertura anche attraverso il lavoro della figura che verrà individuata. Per partecipare al concorso vengono richiesti «laurea specialistica o magistrale - si legge nell'avviso pubblico -, o diploma di laurea con curriculum di studi in discipline archeologiche, e diploma di specializzazione o master di secondo livello in discipline archeologiche».

L'INCARICO
Si parla di «un totale - evidenziano da Mi Riconosci - di minimo sette anni di studio». L'incarico prevede varie mansioni, come curare i rapporti con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, gestire il materiale archeologico del museo (del magazzino e dell'esposizione permanente), definire il progetto scientifico annuale e pluriennale della sezione, «promuovendo - viene precisato nell'avviso - i necessari progetti di catalogazione e le opportune collaborazioni scientifiche». E ancora, promuovere l'attività divulgativa di conoscenza del patrimonio archeologico locale con cicli di conferenze e mostre, e l'attività scientifica «volta a un approfondimento della conoscenza della realtà storico-archeologica locale e alla sua qualificata presentazione a livello sovraterritoriale (convegni, contributi su riviste, ecc)». Per lo svolgimento dell'incarico verranno corrisposti seimila euro lordi l'anno, «erogabili in una rata - si legge -, previa presentazione nota compenso o fattura».

LA DENUNCIA
«Si tratta di un bando vergognoso - denuncia Erica Martin - storica dell'arte e attivista di Mi Riconosci -, che sminuisce anni di studi umanistici con retribuzioni imbarazzanti». Nel documento «non si fa alcun riferimento in merito al monte ore - continuano dall'associazione -, certamente oneroso viste le mansioni, ma solo alla "piena ed assoluta autonomia, senza alcun inserimento nell'organizzazione del Comune di San Vito al Tagliamento, sia nella sede abituale del lavoro del soggetto incaricato sia nella sede museale e nell'ufficio-laboratorio del museo civico"». Per il sodalizio, attivo a livello nazionale, casi di questo tipo non sono nuovi. «Ancora una volta vengono richieste un'altissima specializzazione e comprovate competenze per le mansioni più disparate ad altissima responsabilità - rimarca Martin - e dunque una disponibilità oraria potenzialmente illimitata, a fronte di compensi sotto la soglia della povertà».

L'APPELLO


Insieme a Federica Pasini, Erica Martin lancia una lancia un appello. «I Comuni - affermano le attiviste - devono smetterla di puntare a questi assurdi incarichi e indire invece corretti concorsi per funzionari». L'associazione Mi Riconosci «auspica un passo indietro e una presa di coscienza del Comune, soprattutto rispetto all'immensa sproporzione tra ciò che viene richiesto e ciò che viene offerto dall'amministrazione». Per il gruppo, infine, è «decisamente singolare» il criterio che prevede l'estrazione a sorte in caso di punteggi uguali tra due o più candidati. Chi volesse cimentarsi nell'impresa avrà tempo fino a venerdì 19 aprile, alle 12, per presentare la domanda di partecipazione all'ufficio protocollo del Comune.
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Il Gazzettino