Murano, bolletta da 52mila euro stritola le signore della fornace

Murano, bolletta da 52mila euro stritola le signore della fornace
VENEZIA - Avevano scelto pochi mesi fa un gabbiano come simbolo di una nuova artigianalità tutta al femminile, ma per le due imprenditrici della fornace El Cocal di Murano...

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VENEZIA - Avevano scelto pochi mesi fa un gabbiano come simbolo di una nuova artigianalità tutta al femminile, ma per le due imprenditrici della fornace El Cocal di Murano il volo è stato breve: il fuoco che alimentava la produzione da oggi è spento. Tutta colpa dei rincari energetici e di un'ultima bolletta che ha tagliato le gambe alla loro attività. L'impresa era stata avviata durante la pandemia, rinfrescando l'immagine del vetro prodotto nell'isola della laguna con forme e colori inusuali e rompendo il tabù che vuole le donne non adatte per il duro lavoro richiesto. Gli affari erano andati bene fino all'arrivo, nelle scorse settimane, di una bolletta di 52 mila euro. Una cifra improponibile per la titolare, Chiara Lee Taiarol, e l'amica e socia Mariana Oliboni, musicista. El Cocal ha dovuto cedere le armi e mandare in pensione anticipata il forno. Uno stop che non vuol dire rinunciare alla passione delle due socie per il vetro. «Noi non molliamo - dice Taiarol - nella lavorazione del vetro ci crediamo, al punto che, spento il forno principale, abbiamo già acquistato due forni di riscaldamento con i quali ci dedicheremo ad altre lavorazioni per produrre pezzi più piccoli».

Milanese, mamma americana, origini venete, dopo uno studio ed una ricerca che l'ha portata in diverse parti del mondo, dall'Australia a Seattle, l'imprenditrice durante l'emergenza Covid ha deciso di andare controcorrente aprendo a Murano una sua fornace insieme alla socia. Prima la pandemia poi il rincaro dei costi energetici hanno messo in ginocchio l'attività. «Dopo la bolletta da 52 mila euro - sottolinea - ce ne stanno per arrivare altre due, più o meno dello stesso importo. Speravamo in un aiuto dal governo ma quando abbiamo capito che l'unico provvedimento preso era quello dei crediti di imposta da scaricare abbiamo deciso di bloccare il funzionamento del forno grande». La vetreria non vuole comunque morire. ma trasformarsi in un luogo di formazione per la creazione di sculture, installazioni, oggetti d'arte contemporanea. «La società resta in piedi - chiarisce Taiarol -. Continueremo con altre lavorazioni del vetro, come quella 'a lumè seguendo la nostra filosofia: massimo rispetto della tradizione, unita alla voglia di contaminarsi con generi ed arti diverse, a partire dalla musica».

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Il Gazzettino