TREVISO - Che sia un singolo writer o dietro ci sia un gruppo di contestatori, la sfida nei confronti della Lega e del sindaco Mario Conte continua. Segnando, questa volta, un...
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Ha piantato un chiodo e ci ha appeso una cornice appositamente costruita: telaio, nastro giallo, lucido, a imitare l'oro che impreziosisce i quadri più preziosi, e all'interno nulla, se non il muro fatto ridipingere di fresco per coprire il volto diabolico del leader del Carroccio. Che qualcuno è arrivato addirittura a definire blasfemo. A corredo, un'accurata didascalia, come in un museo che si rispetti. Anch'essa irrimediabilmente censurata: né il nome dell'opera, né, ovviamente, l'artista, né il genere pittorico, essendo stato cancellato. Chapeau, hanno pensato in molti, ieri mattina, passando a piedi o in bicicletta sotto al breve tunnel lungo via Alzaia.
DOPPIA PROVOCAZIONESe la prima provocazione, il graffito che ritraeva il ministro dell'Interno come un diavolo che tuttavia bacia il crocifisso, aveva immediatamente colpito, in positivo o negativo, i passanti, la cornice vuota impone una riflessione più attenta. Di immediato c'è semmai il fatto che, chiunque l'abbia appesa, voleva rispondere al sindaco e alla cancellazione del murale precedente. Una sorta di punto esclamativo, seppure vuoto. A dimostrazione che anche il nulla è capace di provocare. La consigliera del Pd Antonella Tocchetto suggerisce di dare un premio all'autore dell'ennesima sfida alla censura: inutile dire che la foto della cornice vuota, sui social, ha spopolato. Il segretario comunale del Pd Giovanni Tonella va oltre: «L'anonimo artista di Treviso, testimone della libertà e della creatività, ha vinto a mani basse contro Mario Conte, ipocrita e incoerente difensore della Street Art», è il suo affondo. Il riferimento è alle parole del sindaco nel giorno in cui il murale è stato cancellato: rischiava di inquinare il lavoro di artisti veri, come quelli che hanno firmato le opere del festival Anthropica. Ma in molti hanno sottolineato in questi giorni come Ca' Sugana si sia affrettata a ripulire il tunnel del murale del vicepremier, lasciando in vista ben altri scarabocchi o frasi irripetibili. «A Treviso ci sono migliaia di graffiti che deturpano la città, ma se qualcuno osa toccare il Capo, il sindaco ripulisce in meno di 24 ore constata il capogruppo dem ai Trecento Stefano Pelloni - Però gli artisti sono quasi sempre più intelligenti, ma sempre più autoironici, dei censori di professione. E qui c'è del Genio».
NESSUNA CONTROMOSSAIl sindaco, dal canto suo, lo riconosce: «Accolgo questa provocazione col sorriso dice - l'importante è che la sfida nei confronti del sindaco, che considero sinceramente una grande perdita di tempo, non vada a inquinare il lavoro svolto da artisti veri, come quelli di Anthropica. Le provocazioni ci stanno, ma francamente ho anche tanti altri pensieri». Non si sente un censore, Conte: «L'arte mi piace quando rimane all'interno di certi limiti e la provocazione non supera i confini del rispetto per le persone». Rimuovere la cornice? No. «Resta lì conclude Conte - non ho tempo da perdere».
Lina Paronetto Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino