Padova. Travolto dal portone, 70enne muore mentre lavora. Il figlio: «Amava la sua azienda, non voleva smettere»

Luison amava il suo lavoro come conferma la famiglia. Aveva due figli e una moglie che appena saputa la notizia è andata prima in ospedale e poi in caserma

PADOVA - «Papà? Papà faceva traslochi da quando sono nato. Poi ha aperto la sua ditta, ma ha continuato a lavorare come gli altri operai e se fosse stato per...

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PADOVA - «Papà? Papà faceva traslochi da quando sono nato. Poi ha aperto la sua ditta, ma ha continuato a lavorare come gli altri operai e se fosse stato per lui non avrebbe mai smesso». Sono le poche parole che Leonardo, il secondogenito di Diego Luison, riesce a dire del padre poche ore dopo la tragedia che ha colpito senza pietà la sua famiglia. Il fratello maggiore, invece, Tommaso, notissimo violinista, ammette di non riuscire a dire nulla: «Preferisco stare vicino a mia madre e a mio fratello in questo momento, siamo tutti sconvolti».

La famiglia

Diego Luison, che aveva da poco compiuto 70 anni, era nato a Santa Maria di Sala, ma subito dopo il matrimonio si era spostato in città, dove viveva e dove aveva sede la sua azienda di traslochi. Nella casetta di lungargine Brusegan, proprio al confine tra Padova e Tencarola, tutti si conoscono. Non sembra nemmeno di stare in città, lì tra l'argine e il canale, dove ogni abitazione ha il suo vialetto e il suo giardino. Ci sono solo case singole o affiancate e i vicini di casa sono prima di tutto amici. Dopo la tragedia di ieri pomeriggio, nell'abitazione gialla dove Luison abitava assieme alla moglie Fiorella Corazza, ex insegnante al Galilei, non c'era nessuno. I figli abitano uno a Bologna e l'altro a Venezia, entrambi realizzati nella vita e nella professione, mentre la moglie, Fiorella, allertata di quel che era successo dai carabinieri, è andata in ospedale e poi in caserma. Completamente sconvolta, in serata è stata raggiunta dai suoi due ragazzi.

I vicini

«Una brava persona Diego, gran lavoratore. Ha cresciuto bene i suoi due ragazzi che gli danno un sacco di soddisfazioni, uno è un grande violinista e fa il professore al conservatorio, l'altro è un ingegnere. Spero che Fiorella sia con loro adesso, perchè non vorrei che rimanesse sola dopo una cosa del genere» racconta una vicina di casa che si porta la mano alla bocca pensando alla disgrazia che ha colpito la famiglia Luison. «Cosa volete - continua - qua non sembra nemmeno di stare a Padova, ci conosciamo tutti, se possiamo ci diamo una mano, Diego e Fiorella li conosciamo bene, due persone fantastiche e indipendenti. Erano così contenti dei loro figlioli anche se vivono tutti e due distante. E poi hanno avuto la gioia dei nipotini. Diego non ne voleva sapere di stare con le mani in mano, da quel che so aveva dato la gestione dell'impresa a un socio ma se c'era qualcosa da fare o se c'era bisogno di aiutare con qualche lavoro urgente non si tirava mica indietro, anche se erano cose pesanti. L'ha fatto per tutta la vita e continuava a farlo anche adesso che aveva compiuto 70 anni. Che poi sembrava più giovane. In ogni caso è una disgrazia che non ci si poteva aspettare. Quando il destino ci punta non c'è proprio niente da fare». 

 

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Il Gazzettino