Addio a Toby, il cane eroe del soccorso alpino: un tumore al cervello l'ha ucciso

Galieo Toby, il cane molecolare di razza Chien de Saint Hubert, stroncato da un tumore
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PORDENONE - Era una leggenda Toby, l’unico cane molecolare del Friuli Venezia Giulia. E oggi lo piangono in tanti. Un tumore se lo è portato via. Toby, dopo aver contribuito a salvare decine di dispersi sulle montagne, è morto. Era di proprietà della stazione del Soccorso Alpino di Maniago che ricorda la sua incredibile generosità. Lo splendido esemplare di bloodhound è morto a soli otto anni e mezzo dopo alcuni mesi di grande sofferenza, a causa di una patologia degenerativa alla schiena, che ormai gli precludeva le sue amate corse in salita, e per un tumore al cervello. È stato accompagnato in questo percorso dall’inseparabile conduttrice, Claudia Colledani, di Castelnovo del Friuli, con alle spalle una quasi trentennale carriera nella Polizia di Stato e instancabile volontaria del Cnsas da circa tre lustri.

LA STORIA
Galileo Toby era figlio di Joker, il cane da ricerca molecolare della Polizia Cantonale Ticinese Svizzera che ha fornito un fondamentale contributo nel risolvere le indagini per l’omicidio di Yara Gambirasio. Letteralmente bloodhound significa “cacciatore di sangue” ed è un termine entrato nell’uso comune in America per definire la razza Chien de Saint Hubert – questo il suo vero nome -, da quando questo tipo di cane da caccia è entrato a far parte dei corpi di Polizia. L’altra definizione è appunto “cane molecolare”: l’aggettivo mutuato dall’ambito scientifico-chimico sta ad indicare il fatto che questi animali sono in grado di mettersi sulle tracce di un preciso odore, inseguendolo tra mille altri, senza mai perderlo se non in particolari condizioni avverse. In teoria – ha ricordato Claudia, qualche tempo fa, in un’intervista a Emergency live, una rivista specializzata del mondo del soccorso – tutti i cani possono fare ricerca molecolare, però il bloodhound ha, per morfologia strutturale fisiologica della testa e del naso, degli intercettori olfattivi che percepiscono più di 6mila molecole, mentre un cane normale arriva soltanto a 2500».
SUPERNASO

Il bloodhound è in grado di seguire le tracce dell’odore che identifica una precisa persona e di capire i suoi spostamenti, circoscrivendo precise aree di ricerca e permettendo di escluderne altre: «Bisogna avere a disposizione – spiegava Claudia – un “reperto” il più possibile non contaminato da altri odori umani e conoscere l’ultima posizione certa della persona di cui si va in cerca, quale può essere, ad esempio, una macchina lasciata all’inizio di un sentiero». La differenza rispetto agli altri cani da ricerca sta nel fatto che questi ultimi cercano la presenza di un odore umano nell’ambiente e lavorano liberi, mentre i segugi molecolari seguono quel preciso odore e lavorano legati a un guinzaglio di sei – otto metri: «Una volta - si lascia andare Claudia - mi sono rotta un dito perché ci ha tirati giù in tre su un sentiero». Anche per tramandare e rendere omaggio alla straordinaria generosità di Toby, Claudia e il Soccorso Alpino di Maniago sperano di veder presto assegnato un nuovo esemplare con cui continuare nella loro opera di “Angeli della montagna”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino