Il municipio "trasloca" in villa Querini: pronti gli uffici per otto assessori

Villa Querini a Mestre
MESTRE - Villa Querini cambia ancora. E stavolta - dopo essere appartenuta alla Famiglia Querini del Ramo Stampalia fino alla seconda metà dell’Ottocento, divenuta...

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MESTRE - Villa Querini cambia ancora. E stavolta - dopo essere appartenuta alla Famiglia Querini del Ramo Stampalia fino alla seconda metà dell’Ottocento, divenuta nel secolo scorso sede di uffici comunali e poi, in seguito alla riorganizzazione dei servizi, miseramente chiusa e caduta nell’oblio - verrà presto riaperta come sede istituzionale dell’amministrazione cittadina. Qui si concentreranno infatti le sedi e le segreterie di ben otto assessori (e in Giunta, compreso il sindaco Brugnaro, sono in tutto in undici), lasciando probabilmente fuori solo gli assessori Zaccariotto e De Martin che hanno il loro quartier generale nella sede della Carbonifera in viale Ancona. E “liberando” gran parte degli spazi del municipio di via Palazzo tuttora occupati, tra mille difficoltà visti i locali non proprio grandissimi, dagli uffici di rappresentanza. Un progetto lontano come quando si parlava di affidare l’intera Villa Querini ai Musei Civici? Macché, perché non solo è stato già messo nero su bianco, ma sono perfino già stati acquistati i mobili “in stile” investendo quasi 50mila euro.

SCRIVANIE IN ARRIVO 
«L’edificio, settecentesco ben si presta a questa destinazione, in quanto il corpo principale della Villa, costituito da tre piani e sottotetto, ha la tradizionale conformazione della Villa Veneta, con salone passante dal quale si distribuiscono i vari ambienti - si legge nelle valutazioni che accompagnano l’incarico per la fornitura degli arredi -. Con gli interventi di sistemazione ed adeguamento della sede è stata fatta la scelta di riproporre alcuni degli elementi delle dimore settecentesche, come il terrazzo alla veneziana, lampadari in vetro di Murano e la scelta di un arredo in stile classico», perché «l’amministrazione comunale ha la necessità di realizzare una sede di rappresentanza istituzionale, nella quale concentrare gli uffici degli assessori e relative segreterie». Per questo a Ca’ Farsetti hanno scelto di procedere con l’acquisto di arredi tipici del territorio veneto, come i mobili artigianali prodotti dalla Mobili Bernardi di Bassano in stile classico: otto scrivanie in noce con scrittoio laterale e librerie abbinate in legno con ante in vetro (queste ultime il “pezzo forte”, che valgono oltre la metà della spesa), più sedici poltroncine per gli ospiti. In tutto 48.698 euro che, va detto, non è una somma clamorosa. «È una razionalizzazione importante che, raggruppandoci in un’unica sede, ci consentirà anche di lavorare meglio - commenta Paola Mar, assessora al Patrimonio -. Se, poi, resteranno alcuni spazi liberi, potrebbero essere trasferiti anche alcuni servizi, ma è presto per dirlo. I tempi? Se ne stanno occupando i Servizi logistici, ma stanno correndo per far presto».

IL GIALLO DELLO STATUTO


Raggruppare otto assessori in un unico edificio faranno dunque di Villa Querini - sul cui retro c’è il grande giardino da anni al centro di episodi di degrado e che, con questa novità, sarà sicuramente più controllato - una “sede istituzionale” citata proprio negli atti della determina di acquisto dei mobili. Ma, su questo tema, non ci sarebbero al momento ancora delle delibere di Giunta che sanciscano questa scelte e, tantomeno, modifiche allo statuto comunale che prevede, come sedi istituzionali dell’amministrazione cittadina, solo Ca’ Farsetti e il municipio di via Palazzo a Mestre. E se questo potrebbe essere l’ennesimo fronte di battaglia tra maggioranza e opposizione (per cambiare lo statuto servono i voti di due terzi dell’assemblea), tra gli stessi assessori pare che l’ipotesi di trasferirsi “in blocco” (almeno in terraferma) in Villa Querini non sia ancora stata messa in agenda, in particolare da chi è attualmente ospitato nel municipio di via Palazzo. E Renato Boraso, incrociato sotto alla casa municipale di Mestre, conferma: «Trasferirmi in Villa Querini? Non ne so niente».

 

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Il Gazzettino