Rovigo, medici senza permessi di sosta falcidiati dalle multe mentre sono a casa dei pazienti per visitarli

Da quattro anni il presidente dell'ordine, Francesco Noce, attende risposte dal Comune

Rovigo, medici senza permessi di sosta falcidiati dalle multe mentre sono a casa dei pazienti per visitarli
ROVIGO - Visitano i pazienti a domicilio, o in ambulatorio, poi trovano l’ammenda. «Rovigo è l’unica città al mondo a multare i medici quando...

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ROVIGO - Visitano i pazienti a domicilio, o in ambulatorio, poi trovano l’ammenda. «Rovigo è l’unica città al mondo a multare i medici quando vanno a fare le visite», racconta il presidente dell’Ordine Francesco Noce, che spiega le ragioni della lettera inviata al sindaco Edoardo Gaffeo, e per conoscenza a prefetto, procuratore capo di Rovigo e direttore generale dell’Ulss 5. La lettera notifica al primo cittadino rimostranze e delusione per il mancato rilascio dei permessi di sosta: una situazione che si trascina da circa 4 anni. Fino al 2018 i permessi rilasciati ai medici consentivano, nell’esercizio delle proprie funzioni nello studio professionale o in visita domiciliare, di lasciare in sosta le auto anche in zone vietate o con parchimetro. Mentre dal 2019 «i nuovi permessi consentono solamente il passaggio nelle zone a traffico limitato».


Perché questa modifica? «Non ho ricevuto alcuna spiegazione sulla limitazione», risponde il presidente. Quali sono le conseguenze? «I medici - si legge nella lettera inviata al sindaco - vengono inondati da contravvenzioni per sosta vietata«. Succede nei pressi dello studio professionale durante l’orario di servizio, o per effettuare visite domiciliari, e pure con contravvenzioni per orario scaduto quando l’assistenza si è protratta oltre le previsioni. 


LA CATEGORIA


Sono 31 i medici di famiglia attivi a Rovigo. Premesso che un medico che si rechi dal paziente o che visiti nel proprio ambulatorio non è esonerato dal rispettare il Codice della strada, tuttavia può essere giustificato dallo stato di necessità. Il presidente dell’Ordine dei medici, per questo, chiarisce: «Non voglio fare alcuna polemica, ma trovare una soluzione, e avvisare i pazienti di ciò che potrebbe succedere in settembre». Cosa potrebbe accadere il prossimo settembre non è scritto nella lettera inviata lunedì. E allora bisogna leggere tra le righe e confidare che nel frattempo «l’assessore con la delega alla Polizia locale, Giorgia Businaro, trovi una soluzione: da lei ho ricevuto subito piena collaborazione».Cosa potrebbe succedere? «L’associazione di categoria dei medici - annuncia Noce - si riunirà ai primi di settembre ed è previsto che davanti al protrarsi di una situazione diventata intollerabile, dichiarerà lo stato di agitazione dei medici di medicina generale». Con quali modalità? Anche secondo “nuovi” termini: per le visite domiciliari, per esempio, «chiedere di recarsi a domicilio in taxi a spese del paziente, che poi chiederà il rimborso al Comune, o richiedendo la disponibilità di un parente per avere un passaggio». Potrebbe accadere questo perché senza permessi di sosta che riconoscano il particolare stato di necessità dei medici, quindi deroghe ad alcune norme, funzionali a garantire un servizio di pubblica necessità, resterebbe una situazione in cui i medici non sono nelle condizioni di lavorare e soddisfare le esigenze dei pazienti. Una situazione che secondo il presidente dell’Ordine arriva a configurare «una turbativa di pubblico servizio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino