Movimento 5 Stelle, le liste per il Nord Est: la senatrice grillina Vanin beffata dalle quote rosa

Movimento 5 Stelle, ecco le liste per il Nord Est: la senatrice grillina Vanin beffata dalle quote rosa
VENEZIA - Uno dice: facciamo una legge per tutelare le donne, sennò non saranno mai candidate al Parlamento, figuriamoci elette. Bene, la legge c'è e impone...

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VENEZIA - Uno dice: facciamo una legge per tutelare le donne, sennò non saranno mai candidate al Parlamento, figuriamoci elette. Bene, la legge c'è e impone l'alternanza di genere nelle candidature, in lista un maschio una femmina, una femmina un maschio, solo che non aveva previsto il caso limite: quello di tante donne disponibili a candidarsi, votatissime dalla base, ma, appunto per garantire la parità di genere, costrette a stare a casa per far posto in questo caso a un uomo che ha preso un quarto dei loro voti. È un caso limite, certo, ma è esattamente quello che è successo in Veneto nel Movimento 5 Stelle ai danni della senatrice uscente Orietta Vanin: beffata dalle quote rosa.

LE PARLAMENTARIE

Premessa: come da abitudine, per scegliere i candidati al Parlamento per le Politiche del prossimo 25 settembre il Movimento 5 Stelle ha indetto le parlamentarie, in pratica delle elezioni primarie tra i propri iscritti. Di tutto il pattuglione di deputati e senatori eletti nel 2018, al netto delle dimissioni e del limite dei due mandati, solo due uscenti erano ricandidabili: le senatrici Orietta Vanin (veneziana, ex assessore a Mira) e Barbara Guidolin (vicentina, già consigliere comunale a Marostica). Le due si sono candidate alle parlamentarie e sono state le più votate: Guidolin ha preso 976 voti, Vanin 892. La ricandidatura era dunque data per scontata. E invece no: siccome erano tutte e due in lizza per il plurinominale al Senato e in Veneto i collegi al Senato sono due, non è possibile che le due capolista siano dello stesso sesso. «Lo so, è una beffa, ma è una legge dello Stato a imporre l'alternanza di genere in lista», spiega, alquanto amareggiata, Orietta Vanin. Finisce che Barbara Guidolin (per il motivo che aveva preso più voti in assoluto) è capolista nel collegio Veneto2, quello di Padova-Vicenza-Verona, mentre Orietta Vanin scivola al secondo posto nel collegio Veneto1, quello di Venezia-Rovigo-Treviso-Belluno. E chi la sostituisce? Qui si arriva al paradosso: in Veneto il maschio più votato alle parlamentarie del M5s si è piazzato al settimo posto, con 228 voti, perché seconda, terza, quarta e quinta erano sempre donne.

CHI È

Il fortunato si chiama Flavio Baldan, 55 anni, consulente finanziario di Marcon (Venezia), candidato anche alle Regionali del 2020. Lui per primo incredulo. «Ieri sera verso le 23 - ha scritto su Facebook - sono andato a dormire come al solito. Questa mattina mi trovo messaggi da ogni parte che mi comunicano che sarò capolista al Senato per il Veneto1. Che dire: sono emozionato, credetemi».
Orietta Vanin non nasconde l'amarezza: la fedeltà al movimento, l'impegno, il merito e, soprattutto, la valanga di preferenze ottenute alle parlamentarie non sono servite: le quote rosa nel suo caso sono diventate quote azzurre. «Ma mai dire mai - dice la senatrice ostentando ottimismo - perché se il M5s prenderà tanti voti potrebbe scattare il secondo seggio». Impensabile che il capolista Baldan le lasci lo scranno in caso di elezione.

I NOMI

I capilista nei due collegi plurinominali al Senato sono dunque Flavio Baldan nel Veneto1 e Guidolin Barbara nel Veneto2. Alla Camera, sempre al proporzionale, i capilista sono i seguenti: a Belluno-Treviso-Venezia Cristina Manes (353 voti alle parlamentarie), trevigiana di Mogliano, una dei facilitatori regionali del M5s; a Padova-Rovigo Enrico Cappelletti (523 preferenze alle parlamentarie), già senatore, nel 2020 candidato governatore alle Regionali del Veneto con un misero risultato (3,25%); a Vicenza Sonia Perenzoni (407 voti alle parlamentarie), già consigliera comunale a Montecchio Maggiore, pasionaria della lotta ai Pfas; infine a Verona Antonietta Benedetti (254 voti alle parlamentarie). A ieri pomeriggio i nomi dei 17 candidati nei collegi uninominali - dove il centrodestra conta di fare cappotto - non erano stati ancora resi noti.

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Il Gazzettino