Tornado, bufera sui 5 Stelle per i soldi mai restituiti

Tornado, bufera sui 5 Stelle per i soldi mai restituiti
VENEZIA - Un anno e dieci giorni dopo il tornado che l’8 luglio 2015 devastò la Riviera del Brenta, dalla base del M5s viene lanciata una pesante accusa: i soldi...

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VENEZIA - Un anno e dieci giorni dopo il tornado che l’8 luglio 2015 devastò la Riviera del Brenta, dalla base del M5s viene lanciata una pesante accusa: i soldi accantonati dai cinque consiglieri regionali veneti pentastellati non sono mai stati dati né alle famiglie né agli imprenditori né a nessun altro danneggiato dal tornado. «I soldi “restituiti” e mai restituiti - denuncia il Meet up di Este - sono tuttora presenti nel conto personale del consigliere Simone Scarabel per suo uso e consumo». Il che è vero a metà: i 52mila e rotti euro tanto strombazzati alla vigilia di Natale quando i cinque del M5s si fecero immortalare a Palazzo Ferro Fini con un mega assegno destinato ai tre Comuni colpiti dal tornado, sono tuttora fermi nel conto corrente di Scarabel.

Ma, dice l’interessato, non per uso e consumo personale. «Colpa della burocrazia se i soldi sono stati bloccati, servivano le perizie asseverate, ma è questione di giorni e li daremo ai privati danneggiati dal tornado», dice ora il nuovo capogruppo del M5s in Regione Simone Scarabel. Tra l’altro, pare, con una nuova strategia comunicativa: quando saranno consegnati i soldi, sarà fatto in silenzio.
Tant’è, adesso la vicenda fa clamore. Perché a (ri)sollevarla non sono voci di palazzo, ma gli attivisti di Este. I quali, dopo il "caso Pedavena" (il raduno regionale di domenica scorsa disertato da Scarabel, Baldin, Berti, Brusco e partecipato dalla sola Bartelle) e dopo le dichiarazioni di Scarabel riportate ieri dal Gazzettino («Quello di Pedavena era il Bartelle Fan Club», «Il recall non ci riguarda»), hanno messo nero su bianco una serie di accuse. In una nota intitolata "Deriva anarchica dei regionali veneti e "cerchi magici" contro la democrazia", gli attivisti del Meet up estense difendono l’iniziativa del "recall", cioè la raccolta di firme in corso per sottoporre al voto degli iscritti l’operato dei consiglieri regionali e la legittimità della riunione di Pedavena. Ma il tema spinoso è quello dei soldi.
Partiamo da qua. Com’è noto il M5s, sin dalla campagna elettorale, ha ripetuto che gli eletti non avrebbero percepito i circa 8mila euro netti al mese di indennità dei consiglieri regionali, ma solo 3.000 circa netti (più il rimborso spese) e che i soldi accantonati sarebbero stati restituiti ai veneti. Il meccanismo è questo: il consiglio regionale accredita nel conto corrente di Banca Etica intestato al consigliere pentastellato l’intera indennità, il consigliere preleva la somma che gli spetta (circa 3mila netti più le spese rendicontate), il resto rimane nel conto corrente "etico". I primi soldi dovevano andare ai danneggiati dal tornado, tant’è che lo scorso 22 dicembre al Ferro Fini ci fu il "Restitution Day", con l’allora capogruppo Jacopo Berti e gli altri consiglieri che si fecero fotografare con un mega assegno di 52.266 euro: «Con questo gesto abbiamo dimostrato che alle parole facciamo seguire fatti concreti», dissero i cinque. In realtà non è stato restituito ancora niente.
«I 52mila euro di Natale li ho fatti girare nel mio conto di Banca Etica, non quello personale, perché mi era stata data questa responsabilità di "tesoriere" - dice Scarabel - I soldi non sono stati ancora consegnati perché servivano le perizie asseverate. Ora che i danni sono stati certificati, faremo degli assegni intestati ai privati danneggiati dal tornado».

Da Este arrivano però altre accuse: quella di aver fatto carta straccia del "manifesto etico" che dice che bisogna partecipare agli incontri provinciali e regionali (ma Scarabel dice di non averlo mai firmato) e quello delle "minacce" di espulsione alla Bartelle. «Non sono minacce - dice Scarabel - È come con il codice della strada: se superi la velocità vieni multato. E questo giro forse c’è un poliziotto più severo». Da parte di Bartelle (che di mestiere fa la poliziotta) nessun commento, da parte di Scarabel un rammarico: «Dovremmo parlare di ben altro, magari della manifestazione di don Torta mercoledì a Treviso a sostegno dei risparmiatori danneggiati dalle banche popolari, spero che tutti partecipino». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino