Padova. Movida al Portello, i residenti scrivono all'Università. La risposta: «È suolo pubblico, competenza del Comune»

Lincetto: «L'ennesimo scaricabarile ma al Portello non si dorme, non si circola, si fatica a rientrare nelle proprie case e si vive nella lordura»

Padova, movida al Portello: ancora proteste
PADOVA - Non si placa la discussione sulla decisione della Consulta Centro di proporre l'acquisto di due colonnine fonometriche per misurare i decibel prodotti dalla...

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PADOVA - Non si placa la discussione sulla decisione della Consulta Centro di proporre l'acquisto di due colonnine fonometriche per misurare i decibel prodotti dalla "movida" che, anche venerdì sera, ha scatenato le proteste dei residenti del Portello. «Un baccano assordante come dobbiamo subire ogni volta, con musica ad alto volume e un dj urlante - racconta Paola Lincetto, presidente dell'associazione Stop Degrado Padova - I residenti hanno iniziato a richiedere l'intervento della polizia locale dalle 23 senza risultati. In aggiunta al solito caos l'altra sera è stata anche organizzata una tavolata davanti alla facoltà direttamente su via Marzolo con ulteriori schiamazzi. Ci sono i residenti che al mattino devono recarsi al lavoro e, come tutti hanno diritto al riposo, ci sono ammalati, bambini, donne incinte e anziani che devono poter riposare ma sembra che al Comune e all'Università nulla importa».

La lettera

I residenti si sono rivolti anche all'Urp del Bo che ha replicato, come riferiscono i residenti, che si tratta di suolo pubblico, quindi non di competenza dell'Università. «L'ennesimo scaricabarile ma al Portello non si dorme, non si circola, si fatica a rientrare nelle proprie case e si vive nella lordura lasciata dai giovani che urinano e vomitano ovunque - continua Lincetto - Abbiamo chiesto le centraline ma l'associazione dei baristi ha subito precisato che non dipende dai locali e gli studenti hanno detto che non si tratta di loro. Ma chi lo provoca allora il rumore?». Sul clamore interviene il già vice sindaco reggente Ivo Rossi. «É un problema che si ripete ciclicamente. Certo è davvero singolare scagliarsi contro delle centraline che sono uno strumento che misura un fenomeno e registra senza mediazioni la realtà dei fatti. Singolare ribadisco che possano destare così tante accorate preoccupazion», afferma Rossi lanciando la proposta di un "semaforo" già avviata in altre città. «Basterebbe collegare il fonometro ad un proiettore led che illumini, ad esempio per piazza dei Signori, la facciata della Gran Guardia: colore verde quando il rumore è nei limiti e rosso se la soglia dei decibel viene superata. Il messaggio porterebbe ad una responsabilizzazione collettiva, quel civismo fatto di regole e buona educazione dei quali si avverte il bisogno e il povero fonometro, così preso di mira, misurerebbe solo la capacità di convivenza collettiva».

La proposta

Lancia invece l'idea di adottare il modello milanese del sindaco Sala il capogruppo della Lista Giordani Luigi Tarzia. «Penso che sia utile istituire anche un "tavolo tecnico" con tutti gli attori interessati che dovrà lavorare in maniera permanente per portare un fattivo contributo a una soluzione nell'interesse esclusivo della città. Non bisogna andare molto lontano e una buona amministrazione, come la nostra, può guardare anche in casa d'altri - dice - Ad esempio a Milano l'amministrazione Sala ha redatto nell'ambito dei patti della sicurezza urbana un "patto per la movida" e per monitorare oggettivamente le lamentale dei residenti ha fatto installare una rete di fonometri sui pali della luce per "ascoltare" quanto rumore produce la movida. Un progetto sperimentale che consentirà al Comune di avere una visione oggettiva del fenomeno zona per zona, anche perché le rilevazioni fatte dai privati con fonometri non professionali sono ritenute poco attendibili. Singolare, invece, che si insista su street tutor e più forze di polizia quando si dovrebbe essere consapevoli che nessun intervento operativo, per il rischio di un possibile contatto fisico, è pensabile verso una fiumana di giovani. Questa amministrazione ha investito molto sulla sicurezza e ora valuti molto attentamente la richiesta della Consulta che ha raccolto la voce dei cittadini». 

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Il Gazzettino