PORDENONE - È un po’ come se fosse stato approvato un nuovo protocollo, anche se in realtà resta efficace ed effettivo quello della Regione, che prevede il...
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SICUREZZA
Paventata già martedì mattina, la soluzione più radicale si è concretizzata ieri: la maggior parte dei bar della movida pordenonese ha deciso di dotarsi di un servizio di vigilanza autonomo. «Da giovedì avremo le guardie private all’esterno del locale», spiega Sabrina Gardonio della Pecora Nera. «Anche noi abbiamo ingaggiato la vigilanza», conferma Andrea Esposito del Portorico. Un’altra “zona calda” è quella di via Battisti, con i suoi locali che si affacciano su una strada stretta. Lì la sorveglianza sarà ancora più rigida: tra il Gordo, il Compari e l’Ovest, infatti, è stato siglato un accordo temporaneo per dividersi i servizi di vigilanza, in modo tale che tutta la strada risulti monitorata nelle ore serali. Il compito dei vigilantes sarà triplo: controlleranno l’uso delle mascherine da parte dei clienti dei bar, li inviteranno a mantenere le distanze e al minimo segnale di assembramento potranno avvertire le forze dell’ordine. L’idea, però, è che l’ultima soluzione non sia necessaria e che la vigilanza privata riesca a prevenire, prima di dover curare.
LE DISTANZE
La musica, però, è cambiata già prima dell’esordio delle guardie private fuori dai locali - che comunque saranno pagate dai titolari, e in questo momento non è uno scherzo da due soldi -: da ieri mattina, infatti, anche i tavolini dei plateatici sono apparsi già a occhio nudo più distanti rispetto a quanto lo fossero lunedì. Una misura extra non prevista dai protocolli, ma applicata dai titolari dei bar del centro di Pordenone per allontanare lo spettro delle sanzioni. Anche il Portorico, ad esempio, ha scelto di perdere qualche posto a sedere pur di separare ancora di più i tavolini. Un’altra misura messa in campo è quella che riguarda il limite massimo di clienti per ogni tavolo, che in alcuni casi è sceso a sole due persone. Una soluzione che alla Pecora nera era già stata adottata, anche a costo di ridurre i guadagni in un momento già complicato. Ieri mattina qualche lamentela da parte dei clienti c’è stata, ma dopo i mugugni i pordenonesi hanno capito che almeno per un po’ sarà quello l’unico modo per sedersi al tavolino del bar: pochi compagni di caffè o di bevute, distanze e mascherine. Ed ecco un altro passo avanti: in centro si notavano molte più persone che indossavano le protezioni anche se sedute al bar, per rimuoverle solo al fine di consumare quello che avevano ordinato. Una maggiore disciplina, in attesa del banco di prova decisivo che sarà quello del fine settimana.
IL CASO
C’è però anche chi ha scelto di aspettare, e di aprire il proprio locale soltanto quando le acque si saranno calmate e il quadro sarà più chiaro. È il caso dei titolari del “Corner” di via Brusafiera. Anche ieri mattina lo staff era al lavoro per organizzare gli spazi e le sedute, ma per ora niente cocktail. Si riparte solamente lunedì, saltando il week-end. Una decisione presa per arrivare pronti e senza rischi all’appuntamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino