Ucciso a Rio, due arresti. Il cugino: «Viaggio sognato per 2 anni»

VENEZIA - È rientrato in Italia Rino Polato, 59 anni, il turista di Fossalta di Piave sopravvissuto all'aggressione costata la vita in una favela di Rio de Janeiro al...

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VENEZIA - È rientrato in Italia Rino Polato, 59 anni, il turista di Fossalta di Piave sopravvissuto all'aggressione costata la vita in una favela di Rio de Janeiro al cugino Roberto Bardella, 52enne di Jesolo. L'uomo è atterrato poco fa all'aeroporto "Marco Polo" di Tessera con un volo proveniente da Lisbona. Ad attenderlo i familiari che lo hanno fatto entrare velocemente in auto.


DUE NUOVI ARRESTI
Altri due mandati di arresto sono stati spiccati in Brasile per l'omicidio di Roberto Bardella. Si apprende da fonti investigative. In tutto sono così 9 i responsabili ricercati a vario titolo, in tutto il territorio della città di Rio de Janeiro. Le indagini dei brasiliani sono seguite dall'ufficiale di collegamento italiano del Servizio di cooperazione Internazionale di Polizia - Scip della Criminalpol - di stanza proprio nella cittá carioca.


IL RACCONTO DEL VIAGGIO IN MOTO FINITO IN TRAGEDIA
«Io e mio cugino Roberto abbiamo sempre pianificato e studiato accuratamente i nostri percorsi ed i nostri viaggi. Mai un incidente, mai un inghippo grave, mai una violenza a nostro carico da parte delle bellissime popolazioni che abbiamo incontrato lungo le strade percorse». Lo sottolinea Rino Polato, che aggiunge: «I fatti sono comunque al vaglio della Magistratura brasiliana ("UCCISO DAVANTI AI MIEI OCCHI" - La testimonianza) - prosegue Polato -. Vorrei far sapere che io e Roberto stavamo facendo una bellissima vacanza in moto, sognata da due anni, e che ci ha visti partire da Asuncion, nel Paraguai, per poi proseguire per le Cascate di Iguazoo, Copa Cabana, il nord del Brasile, per poi proseguire a visitare il Venezuela, l'Equador, Columbia, Perù, Cile, Bolivia e rientrare in Paraguay».

«Il nostro spirito di viaggiatori in moto - prosegue - ci ha fatto visitare, nel corso degli ultimi anni, molti altri paesi e scoprire meravigliosi paesaggi in giro per il mondo». «Quella di giovedì 8 dicembre - sottolinea - è stata una terribile e imprevedibile fatalità che, nel giro di pochi secondi, ha portato dalla tranquillità al dramma e ha spento i nostri sogni da viaggiatori consapevoli e coscienti dei rischi a cui andavano incontro e che valutavamo sempre in modo professionale ed attento».


«A Roberto - prosegue Polato - va il mio ricordo struggente e la sicurezza che la sua presenza ed il suo sorriso sarà sempre con me. Alla famiglia ed ai parenti di Roberto il mio più sincero abbraccio. A tutti i nostri amici ed alle persone che mi sono state vicine i miei ringraziamenti più sinceri». L'uomo ringrazia infine le autorità Consolari italiane e la polizia Brasiliana di Rio de Janeiro «per la professionalità dimostrata e per l'umanità che hanno espresso in tutte le fasi, dal mio ritrovamento e al supporto alle indagini, fino al rientro in Italia», e conclude con un appello: «per viaggiare bisogna essere ben preparati e consci delle cose pericolose che si possono trovare ma, soprattutto, bisogna godersi al meglio le bellezze che questo nostro stupendo mondo ci offrono».
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Il Gazzettino