Matteo Bertelle verso il rush finale al Mondiale Moto3: «Spero ci sia presto il salto di categoria»

Matteo è seguito da un trainer e adora pedalare per i Colli, una palestra naturale a due passi da casa

Matteo Bertelle
BAONE (PADOVA) - Gentile, sorridente, determinato e soprattutto velocissimo. A soli 19 anni, Matteo Bertelle di Rivadolmo, frazione di Baone, è già un'eccellenza...

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BAONE (PADOVA) - Gentile, sorridente, determinato e soprattutto velocissimo. A soli 19 anni, Matteo Bertelle di Rivadolmo, frazione di Baone, è già un'eccellenza sportiva del territorio e la sua partecipazione al Mondiale di Moto3 dimostra le grandi potenzialità di questo ragazzo cresciuto a pane e due ruote. Lo contattiamo nella settimana di pausa prima del rush finale del campionato, che lo vedrà impegnato nei circuiti di Indonesia, Australia, Thailandia, Qatar e Valencia. «La mia è una passione nata quando avevo 4 anni - racconta - Mio papà Nico, patito della moto, mi ha regalato una minimoto e ho iniziato a divertirmi così. Quando sei bambino, tutto ti entusiasma. La mia famiglia ed io siamo stati bravi e fortunati a trovare ciò di cui avevo bisogno, soprattutto gli sponsor». Matteo sta vivendo ora il suo primo vero Motomondiale: l'anno scorso un brutto incidente gli ha procurato lesioni al ginocchio ed rimasto out per un bel pezzo. Ad inizio stagione, è approdato al Rivacold Snipers Team, scuderia pesarese di Mirko Cecchini. Ha per compagno di squadra Romano Fenati. «Mi aiuta tanto e ha grande esperienza. A volte sono andato forte grazie a lui e abbiamo un bel rapporto anche fuori dalla pista». Attualmente, è ventesimo in classifica, un risultato che non rispecchia le reali potenzialità del ragazzo. «Sono caduto qualche volta e non ho raccolto punti. Altrimenti sarei stato in posizione migliore».

Vita sana e tanto allenamento

La vita del motociclista di professione non è facile e richiede vita sana e tanto allenamento. Matteo è seguito da un trainer e adora pedalare per i Colli, una palestra naturale a due passi da casa. Li chiamano week end di gara, ma in realtà partono dal mercoledì, con l'arrivo in circuito dopo un volo che può portare via un'intera giornata. Il paddock è un piccolo mondo a sé, con i box, il motorhome e l'hospitality per il team. Matteo dorme in circuito e si dedica anima e corpo all'obiettivo della gara: «Giovedì faccio un giro di pista a piedi, così prendo i riferimenti e guardo le telemetrie. Dopodiché ci sono i tre turni di libere, tra venerdì e sabato, di 35 minuti ciascuno». Poi le qualifiche e la corsa. Le Moto3 toccano i 250 chilometri all'ora e i piloti le portano al limite. «Si va forte e cadere è un attimo. Ma finisci a terra se commetti errori o la moto ha problemi. La paura c'è, ma sempre entro livelli gestibili. Quindi bisogna mantenersi lucidi e concentrati». E soprattutto leggeri. Matteo pesa 61 chilogrammi, che arrivano a 60 dopo la gara. Per ora non segue schede alimentari, ma cerca di mangiare alimenti semplici. «Nei week end di gara abbiamo un'hospitality con un ristorantino per i piloti. A pranzo, prendo riso e pollo come base. Poi, se di sera c'è qualcos'altro ben venga. Altrimenti, vado ancora a riso e pollo». Fino a qualche mese fa, papà Nico lo seguiva ovunque, ma ora il lavoro lo tiene lontano dalle piste. La mamma, inizialmente contraria alla carriera motociclistica, guarda le gare in tv.

Rapida ascesa

I numeri parlano chiaro: la carriera di Matteo è in rapida ascesa e la sua è una storia tutta da scrivere. Prima del debutto in Moto3 nel 2022, ha vinto un campionato italiano (2017) ed è arrivato secondo l'anno dopo. Nel frattempo, ha partecipato per tre anni alla RedBull MotoGp Rookies Cup, contesto internazionale dove i giovani si fanno esperienza e si preparano a sfidare i campioni. L'anno prossimo Bertelle sarà ancora impegnato con il team Rivacold Snipers. «Ho firmato per il rinnovo. Sono contentissimo perché con loro mi sto trovando bene. È una squadra che mi fa crescere e spero di migliorare ulteriormente assieme a loro». Il salto di categoria è rimandato almeno al 2025. «Se vado forte, spero che avvenga. Sulla Moto3 non ci sto più, sono un po' troppo alto». Che altro aggiungere? «Ringrazio chi mi ha voluto bene e gli sponsor che mi hanno sostenuto. I genitori, mio fratello e i miei nonni, Nadia e Settimo». 

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Il Gazzettino