Motociclisti multati per avere superato di 1 km il limite di velocità

Un gruppo di motociclisti in giro per le Dolomiti
Un chilometro oltre la velocità massima consentita fa scattare una contravvenzione per un gruppo di motociclisti che stavano perlustrando la nostra provincia per...

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Un chilometro oltre la velocità massima consentita fa scattare una contravvenzione per un gruppo di motociclisti che stavano perlustrando la nostra provincia per organizzarvi un evento nazionale. Ma la multa ha fatto loro cambiare idea: sulle montagne bellunesi non verranno più, a settembre andranno in Trentino.


A raccontare cosa è accaduto lo scorso 31 maggio a Codissago di Longarone, è Giovanni Piccoli, segretario veneto di un’associazione motociclistica nazionale. Precisa: «Quando il gruppo organizza un evento a carattere nazionale, vengono prenotate una ventina di camere matrimoniali per circa tre notti, con trattamento di mezza pensione». L’organizzazione delle giornate avrebbe previsto la visita alla diga del Vajont, passi dolomitici e pernottamento a Caprile per tre notti. «Il tutto ancora oggi sarebbe in fase di valutazione, ma in segno di forte protesta è nostra intenzione spostare l’evento in Trentino».
Il motivo è appunto la sanzione: «Siamo transitati per Codissago dove alcuni tra noi sono stati multati per eccesso di velocità: un chilometro oltre il limite di 56 chilometri orari su 50, decurtati della tolleranza di 5 prevista».
Verificata su Google Maps la posizione dell’autovelox, Piccoli fa alcune considerazioni: «La strada dove viene imposto il limite di 50 chilometri orari trae in inganno perché per essa ci si aspetta un limite superiore. In quel tratto non sono presenti attraversamenti a raso o passaggi pedonali né si attraversa il centro abitato; il tratto è in salita nella direzione che stavamo percorrendo rendendo tale limite difficile da rispettare».

Viene criticata anche la posizione del cartello che indica la presenza della postazione di verifica: «Non è ben visibile essendo posizionato presso un incrocio dove l’attenzione è tutta per il traffico. E l’attrezzatura è posta in modo da essere poco visibile, verniciata in maniera che a colpo d’occhio si confonda con il guardrail». I motociclisti contestano anche il verbale: «Non è nemmeno corretto affermare – scrive Piccoli - come si legge nella contravvenzione, che non era possibile fermare chi viene controllato, infatti circa 150 metri dopo esiste uno spiazzo libero che può essere usato a tale scopo. Non fermare per effettuare la contestazione equivale a ledere il diritto di difesa, ecco perché si deve provvedere alla contestazione immediata. Diversamente non fermare chi commette una infrazione non è corretto». In sostanza per Piccoli «si tratta di un sopruso ben organizzato nel quale siamo caduti in molti». Per evitare di sobbarcarsi le spese del ricorso, i malcapitati motociclisti pagheranno la multa. Ma sposteranno il loro tour in Trentino.
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Il Gazzettino