VENEZIA - Sembra destino che il grande fotografo Gianni Berengo Gardin non riesca ad esporre proprio a Venezia la mostra che documenta l’impatto sulle grandi navi sul fragile...
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La data dell’inaugurazione a palazzo Ducale (18 settembre) slitta a un giorno imprecisato. Pare sia stato il sindaco Brugnaro a chiedere che alle foto venissero affiancate le tavole del progetto di scavo del canale Vittorio Emanuele, che rappresenta la soluzione da lui proposta al problema delle grandi navi a San Marco. Il fotografo con ogni probabilità rifiuterà l’accostamento e intanto si muove il mondo intellettuale e politico della città. «È un errore, rivelatore di una decisione prepotente e semplicistica - commenta Andreina Zitelli, docente di valutazione d’impatto ambientale e tra i più accesi avversari del progetto del canale Contorta - l’arte ha sempre fatto paura: svela la verità in modo immediato e dà la stura, l'afflato, all' analisi intellettuale. Le fotografie di Berengo Gardin fanno paura perché l'arte di Gardin rende esplicito, immediato e incontrovertibile che il passaggio delle Grandi navi é incompatibile con Venezia e incompatibile con l'ambiente lagunare».
Zitelli non ha dubbi: «I poteri forti tentano di "piegare" il potere dell'arte ad un qualunque altro scopo che non sia l'arte. Ma così facendo questo poteri otterranno l'esatto contrario: si aprirà la discussione che renderà ancora più esplicito il misero tentativo di prevaricare sulle ragioni dell'artista».
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Il Gazzettino