Quando il fuoco diventa arte: alla Cini originale mostra tra fiamme e quel che sopravvive al rogo

VENEZIA - «On Fire», alla Giorgio Cini, apre oggi al pubblico fino al 24 luglio. La materia di Yves Klein, Alberto Burri, Arman, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari...

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VENEZIA - «On Fire», alla Giorgio Cini, apre oggi al pubblico fino al 24 luglio. La materia di Yves Klein, Alberto Burri, Arman, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari e Claudio Parmiggiani è riforgiata dalla libertà delle fiamme. L'esposizione, curata da Bruno Corà e promossa dalla Fondazione Giorgio Cini e Tornabuoni Art, raccoglie una selezione delle opere più iconiche realizzate mediante il fuoco o che includono la presenza della fiamma.

COLLETTIVA
La collettiva punta l'attenzione su ogni maestro, mettendone in evidenza le diverse modalità d'impiego anche grazie al supporto di alcuni video inediti. «E' interessante vedere commenta Luca Massimo Barbero, direttore dell'Istituto di storia dell'arte della Fondazione Cini - come è stata articolata la mostra, straordinario è il materiale raccolto per la documentazione, che non parla solo attraverso l'opera d'arte ma tramite l'opera come atto di un'azione attraverso i luoghi, i materiali, fino all'ultimo silenzio di una campana che non rintocca più e che parla di libri in modo metafisico». Il fuoco, leit-motiv di «On Fire», si può trovare come strumento di combustione dei materiali (Klein, Burri e Arman). Diventa presenza viva con i propri effetti sensoriali (Klein, Kounellis, Calzolari). E' traccia pittorica attraverso il fumo della combustione (Calzolari, Parmiggiani).

CENERE
«In queste opere aggiunge Bruno Corrà la presenza attiva del fuoco e dei suoi effetti, la fiamma, la cenere, il fumo, la fuliggine, insieme ai segni, agli esiti formali ed estetici hanno determinato nuove dimensioni di frequenze poetiche nell'immaginario del nostro tempo». Naturalmente fuggevole, il fuoco non ha forma, peso o densità. A Yves Klein spetta l'apertura di questa affascinante mostra, autore da sempre attratto dall'aspetto dialettico del fuoco, simbolo sia del bene che del male, di distruzione e rigenerazione e di vita e morte. Quello di Alberto Burri con il fuoco è un rapporto che nasce, e riunisce, l'ispirazione creativa e la formazione scientifica. Il punto di partenza di Arman è la tecnica di combustione, in cui mobili eleganti e strumenti musicali sono stati consumati dal fuoco prima di essere stabilizzati dall'introduzione di resina. Pier Paolo Calzolari lavora fin dall'inizio con materiali in costante conversazione tra loro, umili e provenienti dai contesti semi-industriali urbani o elementi naturali (fino al 24 aprile, in occasione della vernice, si terrà la performance «Mangiafuoco» in cui un performer sputerà fuoco a cadenza oraria, dalle 11 alle 19).


Il fuoco per Jannis Kounellis ha un valore benefico con potenziale alchemico, dalla fiamma mistica delle sue prime opere alla fuliggine degli ultimi anni. Claudio Parmiggiani scopre sui muri la traccia della polvere e ha creato un'installazione in situ per quest'esposizione.


«E' la prima mostra si sofferma Michele Casamonti, Tornabuoni Art dedicata all'uso del fuoco nella storia dell'arte, in particolare a quel cambio linguistico che a metà degli anni Cinquanta ha permesso ad alcuni pionieri e avanguardie di realizzare attraverso il fuoco opere completamente diverse».



 

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Il Gazzettino