Ha tenuto il proiettile in canna per un mesetto. Ma non vedeva l'ora di fare fuoco. E quindi ieri un Dino De Poli in gran spolvero ha presentato quello che, se i fatti non...
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A mettergli cotal buonumore sarà senza dubbio la retrospettiva su El Greco, il fatto che l'ultima vernice risalisse al 1983 a Palazzo Ducale a Venezia con solo 8 opere esposte, ma forse anche il tempismo straordinario dell'occasione, che azzera ogni querelle tra Fondazione e Santa Caterina e fa segnare intanto un bel 1 a 0 a Cassamarca. Perché la mostra, presentata con un'incredibile rapidità (tale addirittura da dimenticare l'invito al Comune o a Fondazione Benetton, che da anni collabora e dialoga con il curatore scientifico Puppi) è - come dire - capitata tra le mani di De Poli a marzo e dopo un tortuoso periplo che l'avrebbe dovuta vedere allestita prima alla Galleria estense di Ferrara nel 2014, in concomitanza con i quattrocento anni dalla morte e poi a Parigi con la fondazione Maillol. Il terremoto in Emilia e la mancanza di fondi in Francia hanno visto cadere per due volte il progetto che invece a Treviso ha trovato concretezza e forma.
La retrospettiva, che per la prima volta si concentra sul soggiorno di El Greco in Italia, presenterà circa 25 opere su un totale di 35 realizzate e valorizzerà gli anni più misconosciuti di questa celebre biografia, quelli in cui - a contatto con Tiziano e Tintoretto - si compirà la metamorfosi da artigiano di pregio a pittore di talento. Il valore dell'esposizione è indiscutibile, soprattutto perchè presenta un lungo lavoro di ricerca e molti inediti, «contrapponendosi a mostre evento meramente espositive» chiosa Puppi, di cui sono note le esternazioni contro il metodo Goldin. Nessun dato economico è stato però rivelato: le risposte si confondono tra il «non dirlo» di De Poli e il «non sappiamo» di Andrea Brunello, oggi delegato della società Kornice, che si gioca la seconda chance in Fondazione dopo le prime grandi mostre (tra cui Canaletto) con Artematica. È comunque plausibile che molto resti ancora da fare in termini di prestiti e quindi preventivi di spesa. Ma la proposta, si mormora nelle stanze di Cà Spineda, deve essere stata di quelle non rifiutabili per il patron di Fondazione: nel caso in cui fosse andata in porto la mostra di Goldin a Santa Caterina, i due percorsi avrebbero fatto da rinforzo l'uno all'altro e se invece - ipotesi senza dubbio più ghiotta per De Poli- l'affaire con Linea d'ombra si fosse risolto in un nulla di fatto, avrebbe potuto dimostrare alla città che al netto delle polemiche i fatti li fa Cassamarca.
L'assessore Franchin plaude al progetto: «Benvengano iniziative che portano valore alla città. Se ci sarà occasione di coinvolgimento, noi siamo pronti». Inoltre risulta che Lionello Puppi abbia avuto, favorito da Fondazione Benetton, un interessante colloquio con il sindaco Giovanni Manildo sul futuro di Santa Caterina. Insomma, studi preparatori di collaborazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino