Brugnaro all'Expo di Dubai: «Vendiamo il Mose». Ma il brevetto è dello Stato

VENEZIA - «Protagonista all'Expo di Dubai, il Mose di Venezia è un sistema da vendere all'estero».  ...

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VENEZIA - «Protagonista all'Expo di Dubai, il Mose di Venezia è un sistema da vendere all'estero». 


L'ha buttata là così, il sindaco Luigi Brugnaro, ieri durante le celebrazioni per la battaglia di Lepanto. Reduce da Dubai, dove il progetto delle dighe mobili è stato presentato al mondo assieme al progetto di Venezia Capitale mondiale della sostenibilità, Brugnaro ha fatto un passo in più nello spingere il Mose all'attenzione della comunità internazionale. 
«Se ne è parlato approfonditamente durante i primi giorni dell'Esposizione universale di Dubai dedicati a Cambiamento climatico e biodiversità - ha detto ieri il sindaco - ed è importante che se ne continui a raccontare viste le tantissime aree costiere messe a rischio dall'aumento del mare a cui il nostro sistema potrebbe essere venduto. Certo ci hanno finanziato a tratti e ci sono state molte polemiche ma adesso dovremmo essere alla stretta finale. Io sono positivo, la macchina funziona. Questo Governo ha preso oggettivamente un passo diverso». 

MOSE D'ESPORTAZIONE

L'ipotesi di esportare all'estero la soluzione messa a punto a Venezia contro gli effetti disastrosi delle acque alte aleggia da diverso tempo. Risale infatti al novembre del 2013 il viaggio a New York del Consorzio Venezia Nuova guidato allora da Mauro Fabris e sotto la direzione tecnica di Hermes Redi per valutare la realizzazione di una struttura che proteggesse Manhattan dal fiume Hudson. Nonostante il nulla di fatto, causa entità della spesa, l'esigenza dello strumento si era già palesata otto anni fa. E più recentemente, ospite l'ex premier Mattteo Renzi, a palazzo Ducale erano state radunate 40 città costiere alle prese con problemi di innalzamento marino, alle quali era stato illustrato il Mose. 

IL BREVETTO

Ma la vendita? In realtà il brevetto del Mose appartiene allo Stato, dal quale l'opera dipende attraverso l'ex Magistrati alle acque (oggi Provveditorato alle opere pubbliche) e il Consorzio Venezia Nuova, braccio operativo. Al massimo si potrebbe pensare ai diritti ddi concessione sull'utilizzo del brevetto. Certamente però l'opera in sè, i contenuti di tecnologia, i materiali e anche il personale che si è specializzato nel corso degli anni, rappresentano un grande valore esportabile. Èd è probabilmente a questo che Brugnaro pensa. «Intanto da noi rimane da mettere a punto la questione del porto ha aggiunto il primo cittadino - È stato messo in decreto che le navi possano andare a Marghera, ma su questo devono essere prese delle decisioni chiare. Con il nuovo presidente dell'Autorità portuale di Venezia Fulvio Lino di Blasio capiremo come lavorare anche con Chioggia, a seconda delle dimensioni delle imbarcazioni. Sul canale Vittoro Emanule potranno transitare quelle più piccole ha concluso Brugnaro mentre il canale dei Petroli viene rimesso in funzione». (c.fra.)
 

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Il Gazzettino