VENEZIA Il primo ad essere avvertito sarà il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto. L'ultimo della catena, il sindaco di Mira, Marco Dori. In mezzo il questore...
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Ma la quota di 130 centimetri necessaria per dare il via alle operazioni di sollevamento delle dighe mobili, avrà valore soltanto per la fase di conclusione dell'opera, quindi poco più di un anno. Anche perché oltre i 130 centimetri di marea è allagato già il 46% della città. L'indicazione arriva direttamente dall'oggetto della lettera inviata dal commissario Spitz alle istituzioni veneziane: «Sistema Mose-Sollevamenti simultanei delle barriere prima del completamento delle opere». Una «fase temporanea» scrive Spitz, che durerà da questo autunno fino «al completamento delle opere». Le dighe, si legge ancora nella lettera, si alzeranno in due ore e gli enti - dalla Prefettura, a scendere - verranno avvertiti soltanto sei ore prima. A decidere saranno il commissario straordinario, Elisabetta Spitz, e il Provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone.
ALZATO SOLO 7 VOLTE
La disfida, a Venezia, è sempre su quel 130 centimetri di marea a Punta della Salute scelto dal commissario come strada sperimentale per alzare il Mose negli autunni 2020 e 2021. Il Mose, infatti, è stato progettato per essere sollevato quando l'acqua tocca i 110 centimetri, salvando così oltre l'80% della città.
Analizzando i dati registrati dal Centro Maree del Comune di Venezia nel periodo tra l'1 settembre 2019 e il 30 agosto 2020, e rispettando la quota limite dei 130 centimetri fissata dal commissario Spitz, l'anno scorso il Mose sarebbe stato alzato 7 volte, cioè tutte le occasioni in cui la marea in laguna ha raggiunto la quota indicata a Punta della Salute. Sarebbe, però, rimasto ancorato al fondale per altre 19 volte. Se l'opera fosse stata consegnata, e fosse quindi conclusa la fase di sperimentazione, il 2019 avrebbe visto 26 sollevamenti delle dighe mobili, con maree oltre i 110 centimetri. Scendendo nello specifico, nell'anno della seconda Aqua Granda di sempre, infatti, per bel 15 volte la marea ha superato i 110 centimetri (allagando dal 12 al 20% di Venezia), per 4 volte ha superato i 120 centimetri (sotto acqua tra 28 e il 37% della città), per tre volte è stata tra i 130 e i 139 centimetri (coprendo tra il 46 e il 52% del suolo calpestabile), due volte tra i 140 e i 149 centimetri (la città allagata tra il 59 e il 64%) e tre volte - tutte una dietro l'altra - oltre i 150 centimetri di marea a Punta della Salute, annegando Venezia per oltre il 65%. Fino alla notte più buia del 12 novembre e ai 187 centimetri che avevano ricoperto tutta la città.
«Se le barriere del Mose entreranno in funzione effettivamente a partire da 130 centimetri, significa che la città continuerà ad essere allagata e la protezione cui da anni si auspica sarà difficilmente realizzata», attacca la senatrice Cinque Stelle Orietta Vanin, che sul punto ha presentato un'interrogazione in Parlamento. «Con quei 20 centimetri in più, vengono buttati vi anni di lavoro e 20 anni di opere di salvaguardia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino