L’udienza preliminare per il processo Mose si aprirà il prossimo 22 ottobre, alle 9.30, alla Cittadella della Giustizia di piazzale Roma, a Venezia, davanti al gup Andrea...
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Davanti al gup gli imputati potranno chiedere di essere ammessi a riti alternativi - patteggiamento o abbreviato - ma è probabile che gran parte di loro sceglierà il dibattimento pubblico per cercare di dimostrare l’insussistenza delle accusa formulate il Procuratore capo di Venezia Luigi Delpino, l'aggiunto Carlo Nordio, i sostituti Stefano Ancilotto e Stefano Buccini.
Tra i 12 figurano l'ex sindaco Giorgio Orsoni e l’ex presidente del Consiglio regionale, Lia Sartori (entrambi accusati di finanziamento illecito), l'ex ministro dell'Ambiente Altero Matteoli e l'imprenditore romano Erasmo Cinque (accusati di corruzione); Maria Giovanna Piva, ex presidente del Magistrato alle acque (corruzione); Vittorio Giuseppone, ex magistrato della Corte dei Conti (corruzione); Giovanni Artico, funzionario della Regione Veneto (corruzione); Nicola Falconi, imprenditore ed ex presidente dell'Ente Gondola (corruzione e finanziamento illecito); Danilo Turato, architetto (corruzione); Lino Brentan, ex amministratore dell'autostrada Venezia-Padova (concussione per induzione); Giancarlo Ruscitti, ex dirigente regionale (compenso per operazioni inesistenti); Corrado Crialese, romano (millantato credito).
Le carte dell’inchiesta sono contenute in 71 faldoni: oltre 70mila pagine di documenti, verbali interrogatori, intercettazioni, relazioni della Guardia di Finanza, ma anche le sentenze di patteggiamento degli oltre venti imputati che hanno preferito concordare con la Procura l’applicazione di una pena (con contestuale confisca di ingenti somme di denaro per molti di loro) per chiudere la propria posizione ed evitare il processo.
L’udienza preliminare si prennuncia combattuta e ricca di eccezioni da parte della difesa. Quelle di Orsoni, Sartori e Matteoli, innazitutto. I primi chiederanno immediatamente che la loro posizione venga separata da quella degli altri, poiché il reato di finanziamento illecito è di competenza del giudice monocratico e non della sezione collegiale, a differenza della corruzione; l’ex ministro dell’Ambiente ha già annunciato che cercherà di far spostare il processo a Roma per competenza territoriale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino