VENEZIA - Due anni e tre mesi di reclusione e un milione di multa per l'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, accusato di finanziamento illecito in relazione ai contributi...
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Sono le principali richieste di condanna formulate dai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, a conclusione del processo per il cosiddetto "scandalo Mose", in corso di fronte al Tribunale di Venezia. Complessivamente la Procura ha chiesto per gli otto imputati 27 anni e 3 mesi di carcere. «Tutti sapevano che Giovanni Mazzacurati, ex presidente e dominus del Consorzio Venezia Nuova, pagava tangenti, ma tutti hanno negato di averle ricevute» ha detto il pm Ancillotto. Oggi in aula, ad ascoltare la requisitoria dei rappresentanti dell'accusa, erano erano presenti Matteoli, Piva e Cinque.
I pm hanno chiesto anche 2 anni di reclusione e 500 mila euro di multa per l'ex presidente del Consiglio regionale, Lia Sartori (finanziamento illecito) e 4 anni per Maria Giovanna Piva, ex presidente del Magistrato alle acque (corruzione). Chiesta anche la confisca di oltre 33 milioni di euro a Matteoli e all'imprenditore Erasmo Cinque.
Gli altri accusati, tra cui Giancarlo Galan, hanno nel frattempo patteggiato.
Le altre richieste di condanna avanzate dai pm veneziani riguardano l'imprenditore Erasmo Cinque (5 anni), l'architetto Danilo Turcato (2 anni 6 mesi), considerato vicino all'ex ministro Galan, e l'ex europarlamentare di Fi Amalia Sartori (2 anni e mezzo milione di multa), accusata a sua volta di finanziamento, l'imprenditore Nicola Falconi (3 anni) e l'avvocato Corrado Crialese (2 anni ne 4 mesi).
MATTEOLI: MAI COMMESSO ILLECITI
«Sono dispiaciuto che il rappresentante della Pubblica accusa nella sua requisitoria non abbia preso atto dei dati oggettivi emersi nel processo, limitandosi a richiamare le precedenti ipotesi investigative come se nulla fosse accaduto durante il dibattimento - ha affermato il senatore Altero Matteoli -. Nel ribadire che non ho mai commesso illeciti nella mia attività al servizio dello Stato, ispirata esclusivamente al perseguimento dell'interesse generale, attendo con rispetto e serenamente la decisione del Tribunale di Venezia, nella convinzione che la verità dei fatti possa imporsi con chiarezza e senza fraintendimenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino