Mazzacurati, battaglia tra medici su valutazione di capacità mentali

Giovanni Mazzacurati
Mentre a Venezia c’è battaglia sull’incapacità di Giovanni Mazzacurati a testimoniare al processo Mose, negli Usa i familiari dell’ex presidente...

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Mentre a Venezia c’è battaglia sull’incapacità di Giovanni Mazzacurati a testimoniare al processo Mose, negli Usa i familiari dell’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova hanno avviato le procedure per ottenere la sua inabilitazione, e dunque la nomina di un tutore che possa occuparsi per suo conto di gestire gli adempimenti più complessi.


La comunicazione al Tribunale di Venezia è stata fatta dal difensore di Mazzacurati, l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, il quale ha depositato ai giudici la documentazione, poi consegnata allo psichiatra trevigiano Carlo Schenardi, il perito nominato lo scorso ottobre per accertare se l’ex patron del Mose sia in grado di venire in aula a deporre, oppure se le condizioni di decadimento fisico e cognitivo non glielo consentano.

Il perito sta lavorando da poco meno di un mese, affiancato dai consulenti tecnici di accusa, parti civili e dei difensori degli otto imputati, sulla base di una corposa documentazione sanitaria che è stata prodotta al Tribunale dallo stesso legale di Mazzacurati: esami e visite a cui l’ex presidente del Cvn si è sottoposto negli ultimi due anni, da quando si è trasferito in California, nella lussuosa villa di proprietà della moglie, un tempo data in affitto al Consorzio come sede di un centro studi. Da questi certificati risulta che soffre di una forma di decadimento cognitivo che gli impedisce di ricordare e, di conseguenza, di deporre. Inoltre, secondo i medici americani che lo hanno visitato, le sue condizioni di salute non sono compatibili con la possibilità di sottoporsi ad un lungo viaggio aereo per rientrare in Italia.

Una prima analisi della documentazione medica avrebbe confermato la serietà della situazione. Ma non è comunque ancora escluso che il perito concluda per la necessità di visitare di persona Mazzacurati recandosi in California. Missione alla quale, ovviamente, dovrebbero partecipare anche i consulenti di accusa, parti civili e difesa, e che dovrà essere organizzata con il via libera dell’autorità giudiziaria statunitense, attraverso una rogatoria internazionale. Se così fosse, i tempi per si allungherebbero notevolmente.

Per conoscere i risultati della perizia bisognerà attendere la prossima udienza, nel corso della quale il dottor Schenardi sarà chiamato ad illustrarli al Tribunale, in contraddittorio con i vari consulenti di parte.


Se la perizia dovesse concludere per l’incapacità a deporre di Mazzacurati, la Procura potrà chiedere al Tribunale di acquisire come fonte di prova i verbali degli interrogatori resi dopo l’arresto del luglio 2013, contenenti le confessioni nelle quali ha parlato di finanziamenti elettorali e di mazzette. La difesa degli imputati si sta battendo per impedire l’acquisizione di quei verbali, senza i quali verrebbe a cadere una parte importante dell’accusa. I difensori lamentano il fatto di non poter contro-interrogare Mazzacurati, finora ascoltato soltanto dai pm. E alla Procura contestano di non aver disposto un incidente probatorio per “cristallizzare” le deposizioni dell’ex presidente del Cvn prima che ne andasse negli Stati Uniti: a loro avviso era evidente che le sue condizioni di salute erano peggiorate e che non sarebbe stato poi possibile ascoltarlo, provocando una grave lesione al diritto di difesa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino