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VENEZIA - Impegno, e relativi compensi ridimensionati per l'archistar Joao Nunes, chiamato ad occuparsi di uno dei nodi irrisolti del Mose: il destino dell'enorme piattaforma di Santa Maria al Mare, la "piarda" realizzata per costruire i cassoni del Mose, che da progetto andrebbe demolita per ripristinare lo stato dei luoghi, ma che ora si vorrebbe "salvare" per utilizzarla come luogo di stoccaggio delle paratoie di riserva. Proprio per studiare possibili soluzioni in questo senso, poco prima di Natale, era stato coinvolto Nunes, architetto portoghese, molto attivo anche in Italia, tra le grandi firme dell'architettura del paesaggio. Con onorari conseguenti. L'ipotesi iniziale era infatti di una sua consulenza da 300mila euro, per redigere un progetto di fattibilità. Troppo per il Consorzio Venezia Nuova, che nei giorni scorsi ha chiesto all'architetto di rimodulare la proposta. Non si arriverà alla definizione di un vero e proprio progetto, piuttosto ad una sorta di scheda progettuale, con un abbattimento dei costi.
LA NUOVA CONSEGNA
Con questa nuova consegna l'architetto e il suo staff si sono già messi al lavoro.
IL RIPRISTINO AL PALO
Nel corso del 2022 la demolizione della piarda, con il ripristino dell'habitat originario, era stato uno dei progetti che il Cvn aveva a più riprese presentato al comitato tecnico del Provveditorato alle Opere pubbliche. Intervento impegnativo - attorno ai 40 milioni - che era sempre stato respinto dalla commissaria al Mose, Elisabetta Spitz. Ed era stata lei, alla fine, a proporre il coinvolgimento di Nunes. Architetto di fama a cui ora si chiede la soluzione del tormentone. Si vedrà...
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