VENEZIA - Tre righe di emendamento da inserire nella futura legge di stabilità per far ripartire i cantieri del Mose. Di fatto «un'autorizzazione a spendere in...
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L'AUTORIZZAZIONE
Ed ecco ora la precisazione di Linetti. «Quello che serve non sono soldi per il Mose. Serve solo una disposizione che autorizzi a spendere in modo diverso i soldi che ci sono già. Se si trattasse di stanziare nuovi fondi, saremmo tutti contrari. Qui si tratta di usare in un modo diverso una parte dei soldi che ci restano da spendere. Serve un'autorizzazione. E per questo stiamo preparando un piccolo emendamento di tre righe da inviare al ministero che sarà inserito nella legge di stabilità». Sullo sfondo un quadro complesso con le imprese che non vengono pagate dai commissari del Consorzio Venezia Nuova, un po' per i contenzioni eredità della vecchia gestione, un po' perché i soldi sono stati usati per mettere in ordine i conti, un po' per le lungaggini dei pagamenti dello Stato, visto anche che il Consorzio non ha ancora trovato una banca disposta a concedergli un mutuo. Un problema di liquidità da risolvere, appunto, con l'emendamento sblocca-fondi.
CONTI DA 700 MILIONI
Il provveditore fa anche un po' di conti generali. «Per finire l'opera sono già stanziati 221 milioni, a cui aggiungere altri 70-80 milioni per la fase di avviamento. Poi ci sono i 400 milioni di residui. Complessivamente abbiamo altri 700 milioni di lavori. Ora dobbiamo solo essere autorizzati dal ministero a spendere una cifra tra i 70 e i 100 milioni, probabilmente più vicina ai 100, per pagare le imprese e rilanciare i cantieri».
MANUTENZIONE
Un altro capitolo sarà poi quello della gestione-manutenzione del Mose, una volta andato a regime. Costerà 80 milioni l'anno, più altri 15 per la laguna, stando alle stime dello stesso Provveditorato. «Ma sia chiaro, 80 milioni sono l'intero budget che spetterà al gestore - spiega ancora Linetti - In questa cifra ci stanno gli stipendi per circa 100 persone, nonché le spese per le utenze. E poi, certo, anche i lavori di manutenzione alle paratoie, alle cerniere... Una voce, quest'ultima, che però non supererà la trentina di milioni l'anno. Molto andrà in stipendi. Un indotto per la città». Personale che oggi è impiegato tra il Consorzio e la stessa Thetis e che potrebbe essere impiegato in un futuro gestore istituzionale. Ma queste sono solo ipotesi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino