Mose e Autorità della Laguna: tre scenari per il personale. Nessun automatismo per il passaggio nel nuovo ente

La cavalletta che serve per agganciare le paratoie del Mose
VENEZIA - Approderà lunedì in commissione bilancio e mercoledì in aula al Senato un emendamento firmato dalla Lega e fatto proprio dal governo,...

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VENEZIA - Approderà lunedì in commissione bilancio e mercoledì in aula al Senato un emendamento firmato dalla Lega e fatto proprio dal governo, nell'ambito del decreto anticipi collegato alla manovra di bilancio, sulla manutenzione del Mose. Nel testo, rivisto nelle ultime ore, si prevede che prevede che, nelle more dell'Autorità della Laguna, il Provveditorato alle Opere pubbliche possa bandire gare ad evidenza pubblica per la manutenzione del Mose, almeno fino a marzo 2025, data di presumibile entrata in funzione dell'Autorità della Laguna. Fatta salva la possibilità per l'Autorità, se ci fossero motivi di pubblico interesse, di risolvere anticipatamente il contratto nel primo periodo. Insomma, via libera alla proposta di partenariato pubblico privato presentata da Fincantieri, in cui si dovrà bandire una gara ad evidenza pubblica in cui l'azienda metalmeccanica avrà la prelazione. Senza questo emendamento, infatti, la vicenda della manutenzione si sarebbe arenata per altri due anni, e si parla di un affare da 60 milioni di euro all'anno per i prossimi 11 anni.

IL PERSONALE

Ma sul tappeto c'è anche la questione del personale. Che sarà dei 234 lavoratori della galassia Mose, vale a dire Consorzio Venezia Nuova, Comar Scarl e Thetis spa? Nei mesi scorsi davanti al prefetto era stato convocato un tavolo tecnico - a cui avevano partecipato la commissaria Elisabetta Spitz, il commissario Massimo Miani, il Provveditore alle Opere pubbliche Tommaso Colabufo - al quale erano stati invitati anche i sindacati per presentare gli scenari possibili alla conclusione dei lavori prevista per fine anno. I sindacati, lì per lì, non avevano espresso una valutazione sulle ipotesi presentate in quanto non era stato consegnato loro alcun documento.

Ad oggi le tre alternative proposte galleggiano in uno scenario completamente diverso: c'è l'indicazione (anche se non si tratta ancora di una nomina formale) del presidente dell'Autorità per la laguna, che andrà ad assorbire le competenze del Provveditorato, il Prefetto è cambiato, mentre i due commissari, non sono gli interlocutori giusti.
La prima ipotesi riguarda l'assorbimento di parte del personale di Comar e Cvn nella società che si occuperà della manutenzione: 24 dipendenti, di cui 13 delle squadre dei sollevamenti «che potrebbero anche partecipare ai concorsi per il passaggio alla Autorità per la Laguna o alla "Società in House"» si legge nel documento.
La seconda riguarda la vendita di Thetis, prevista dal piano di risanamento del Cvn che ne è principale azionista. L'intenzione è inserire nella procedura ad evidenza pubblica delle clausole di garanzia per i lavoratori. In Thetis sono 101. Nella terza ipotesi si parla dell'assorbimento di altri 74 lavoratori nell'autorità della Laguna e nella società in house con procedure concorsuali che tengano conto, nei punteggi, dell'esperienza maturata. Ma in totale si parla di 234 persone, di cui 18 prepensionandi.

LE PARTI SOCIALI

«Non esiste un automatismo di legge per dare garanzie occupazionali - dichiara Daniele Giordano, segretario Cgil - Ad esempio che succederà ai laboratori del settore anti-inquinamento che si vocifera possa essere esternalizzato ad Arpav? Mi sembra che assistiamo al sabotaggio di un percorso proprio in questa fase delicata di passaggio all'Autorità».

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Il Gazzettino