Primo test per il Mose a "geometria variabile", sollevato in due bocche di porto su tre

Primo test per il Mose a "geometria variabile", sollevato in due bocche di porto su tre
VENEZIA - Un’altra notte insonne, per gli uomini che devono decidere le movimentazioni del Mose, passata davanti a previsioni incerte, con il livello del mare che non si...

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VENEZIA - Un’altra notte insonne, per gli uomini che devono decidere le movimentazioni del Mose, passata davanti a previsioni incerte, con il livello del mare che non si decideva a scendere. Poi, all’alba di ieri, la decisione di alzare le barriere solo alle bocche di porto di Lido e Chioggia, lasciando aperta quella di Malamocco. Un intervento straordinario che ha ridotto al minimo la chiusura delle dighe, con i relativi disagi per la navigazione, ma che è riuscito comunque a mantenere la marea in laguna attorno ai 90 centimetri, a fronte dei 110 raggiunti in mare. Un esempio riuscito di come dovrà essere usato in prospettiva il Mose, quando la soglia per i sollevamenti si abbasserà dai 120 centimetri attuali, provvisori per tutta questa stagione di acque alte, ai 110 definitivi da progetto. Quota che non consentirà di azionare il sistema con troppi margini di errore, per evitare di ritrovarsi con una laguna sempre “chiusa”, con i relativi costi di attivazione della macchina e i conseguenti disagi per le attività del porto. Quota che richiederà quindi chiusure sempre più mirate, per così dire chirurgiche, per ottenere il massimo risultato con il minimo disturbo. Un po’ quello che è si è sperimentato con questa chiusura parziale.


TRE GIORNI AL LIMITE
Non a caso ieri c’era una certa soddisfazione tra i tecnici, quelli del Consorzio Venezia Nuova che devono azionare le dighe mobili, sulla scorta della procedura. Quelli del Centro maree, sempre in collegamento con i colleghi. E anche tra gli uomini della Capitaneria di Porto, che sovraintendono al traffico alle bocche. Usciti tutti da una tre giorni di super lavoro, praticamente sempre in notturna. Quello di ieri è stato il terzo sollevamento consecutivo del Mose. Tutti e tre decisi nella notte, con un quadro di previsioni al di sotto dei 120 centimetri, che avrebbero potuto fare propendere anche per una dichiarazione di falso allarme, con la mancata attivazione del sistema. Ma a convincere i tecnici ad azionare comunque le dighe è stata l’estrema incertezza del meteo. Lunedì, in particolare, a preoccupare era stato il vento.


NOTTE DI INCERTEZZA
Ieri notte, invece, l’incertezza era legata al livello del mare che non scendeva in assenza di ragioni evidenti. Così la procedura di attivazione del Mose è rimasta aperta per tutta la notte, nell’attesa di un quadro meteo più chiaro. Solo prima dell’alba la decisione, in linea con la procedura, di azionare il Mose solo parzialmente. Alla bocca di porto del Lido e a quella di Chioggia. Questo dopo aver anticipato l’uscita dei pescherecci dalla bocca di porto di Chioggia e aver anticipato l’ingresso di una nave da quella di Malamocco. Il tutto con la prospettiva, in caso di peggioramento delle condizioni meteo, di alzare all’ultimo anche le dighe di Malamocco. Non è stato necessario, con la marea che si è fermata appunto attorno ai 110 centimetri in mare.


RISULTATI INSPERATI
All’interno della laguna, raggiunti i 108 centimetri a Chioggia, che è però protetta dal mini-Mose. La chiusura parziale ha funzionato molto bene per Venezia, dove il livello dell’acqua ha oscillato tra i 90 e i 92 centimetri massimi. Mentre i modelli davano fino a 10 centimetri in più. Prova molto utile, dunque, per chi deve imparare ad usare un sistema per cui non esistono dati certi. Per i veneziani - che a grande maggioranza non si devono essersi accorti di nulla - un’altra acqua alta evitata, che non sarebbe stata eccezionale, ma fastidiosa di certo. In orario di massimo traffico pedonale, sarebbero stati allagati punti strategici della città: Rialto, San Marco, Riva degli Schiavoni, Lista di Spagna, Calle della Mandola, Zattere, Fondamenta di Cannaregio. Mentre anche la circolazione dei canali nei avrebbe risentito, con Actv costretta a deviare le linee a rischio. Disagi evitati.


MOSE A RIPOSO


Da oggi poi le previsioni si abbassano. Per stamane, alle 10, attesi tra i 95 e i 100 centimetri. Un po’ di riposo per il Mose, che ieri mattina era stato messo in pre-allerta per poi andare in falso allarme. Per domani la massima scenderà ulteriormente: 85 centimetri alle 10.45. Per i giorni delle secche, però, bisognerà ancora attendere.

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Il Gazzettino