ROMA - «Gli eventi degli ultimi anni fino ad arrivare ai più recenti attentati che il giorno di Pasqua hanno colpito lo Sri Lanka dimostrano come la tutela della...
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In particolare, nella circolare, il Viminale raccomanda ai prefetti di «riservare una cura particolare alle dimensioni di elezione del proselitismo», sottolineando come in questa categoria rientri «la variegata realtà dei centri di aggregazione e delle associazioni culturali asseritamente ispirate alla fede musulmana, distribuite su tutto il territorio nazionale ma concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana. Una presenza in aumento, contraddistinta da differenti ideologie di riferita matrice religiosa, in certi casi orientata a una strumentale interpretazione radicale e intransigente dell'Islam».
«Altrettanto significativa per le dimensioni assunte è la tendenza alla migrazione di massa, alimentata non solo da conflitti in atto a livello internazionale, ma soprattutto dalla mediazione di trafficanti senza scrupoli, organizzazioni e reti criminali coinvolte nella gestione dei flussi che veicolano come accessibile agli interessati la prospettiva di una vita migliore fuori dai Paesi di origine, alimentando i canali dell'immigrazione clandestina offerti all'eventualità di infiltrazioni terroristiche. In questo scenario, il grande impegno profuso dalle diverse componenti del nostro comparto sicurezza ha consentito di ostacolare progettualità criminali che si caratterizzano per una accentuata imprevedibilità, estensione e natura poliedrica, sia negli attori che nelle pratiche».
Tanto premesso, prosegue la circolare, «la permanente attualità della minaccia cui si accompagnano episodi di natura emulativa verosimilmente ispirati da influenze mediatiche esigono la massima tensione delle SS.LL. nella ricerca di moduli di osservazione ed analisi delle fenomenologie locali capaci di far emergere situazioni sospette meritevoli di intervento. In considerazione del descritto profilo della minaccia, incarnata anche da singoli radicalizzati istigati dal messaggio propagandistico, occorre riservare una cura particolare alle dimensioni di elezione del proselitismo». «In questa categoria - spiega la direttiva - rientra la variegata realtà dei centri di aggregazione e delle associazioni culturali asseritamente ispirate alla fede musulmana, distribuite su tutto il territorio nazionale ma concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana. Una presenza in aumento, contraddistinta da differenti ideologie di riferita matrice religiosa, in certi casi orientata a una strumentale interpretazione radicale e intransigente dell'Islam. Altri circuiti di rilievo sono quelli parentali e relazionali che, tuttavia, risultano di difficile penetrazione. Nello sviluppo di modelli informativi calibrati sulle singole realtà, capaci di »leggere« i contesti territoriali per prevenire il compimento di qualsivoglia illegalità, un ruolo importante deve essere assegnato alle amministrazioni locali. Si tratta, come è chiaro, di un impegno di grande portata che fa leva sulla naturale vocazione di quegli enti a »sentinella« delle comunità, volto ad accrescerne la resilienza all'estremismo violento, così da tutelare la sicurezza nazionale».
A tal fine, dispone la circolare, sarà cura dei prefetti «valorizzare le opportune forme di collaborazione e di interazione con i suddetti attori istituzionali per la creazione di ulteriori canali informativi, accompagnando la proiezione operativa con una attenta pianificazione delle relative strategie che tenga conto dell'incessante evoluzione del settore». «Il costante raccordo e le interlocuzioni che saranno avviate nelle sedi competenti contribuiranno a rilevare possibili progettualità ostili, intercettando il bacino potenzialmente esteso ed insidioso dei »radicalizzati in casa«.
Il Gazzettino