Moschea nella chiesa, il Patriarcato insorge: «Una scelta non condivisa»

Moschea nella chiesa, il Patriarcato insorge: «Una scelta non condivisa»
Il Patriarcato di Venezia non ci sta: nessuna richiesta e nessuna autorizzazione è stata rilasciata per l'allestimento di una moschea nella chiesa di Santa Maria della...

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Il Patriarcato di Venezia non ci sta: nessuna richiesta e nessuna autorizzazione è stata rilasciata per l'allestimento di una moschea nella chiesa di Santa Maria della Misericordia. E poco importa che si tratti di un'opera battezzata dalla Biennale d'Arte, o che la chiesa di Cannaregio fosse chiusa al culto dal 1973 ed oggi appartenga a privati e non più a realtà ecclesiastiche.




«Per ogni utilizzo diverso dal culto cristiano cattolico - scrive in una nota il Patriarcato - va richiesta autorizzazione all'autorità ecclesiastica indipendentemente da chi, al momento, ne sia proprietario; tale autorizzazione, per questo specifico sito, non è mai stata richiesta né concessa». Come a dire, di un luogo sacro, se pur inutilizzato, non si può disporre come si vuole, e vale anche per gli artisti.







Eppure, ieri mattina il padiglione islandese che ha esposto la moschea è stato inaugurato nell'ex chiesa cattolica, al cospetto delle autorità musulmane veneziane e dell'Islanda che hanno accolto con gioia e speranza l'espressione figurativa del luogo di preghiera dedicato all'Islam che manca nella Serenissima. "The Mosque" è un'opera dell'artista svizzero-islandese Christoph Büchel, conosciuto per i suoi lavori provocatori dal forte profilo politico e sociale. L'artista ha così dato vita alla prima moschea temporanea in città, aperta a tutti: visitatori curiosi e fedeli, gli stessi che ieri mattina, senza scarpe, si inginocchiavano sul tappeto rivolto verso la Mecca. Di fatto, un piccolo tempio idoneo alle esigenze liturgiche e animato da programmi didattici che rientrerà anche nel calendario del «Ramadan» (mese del digiuno) a giugno.







All'ingresso della chiesa un cartello indica: Fajr (la preghiera dell'alba) - 4.30. Nella moschea si potrà infatti pregare in ginocchio fin dalle prime ore del mattino, e seguiranno altre orazioni nel corso della giornata come prevede la religione musulmana. Un progetto «partecipativo» che molti vedono all'insegna del crossing culturale ma potrebbe sviscerare tensioni nel tessuto sociale cittadino: già al vaglio della Prefettura di Venezia per timore di reazioni politiche, bocciato dall'autorità ecclesiastica veneziana che ne ha preso le distanze.



A febbraio, scrive il Patriarcato, non fu accordata la richiesta di concessione di altri edifici sacri in città per la stessa installazione artistica. Il motivo non è da ricercare nell'opera ma nel contesto: «L'intervento così attuato - riprende la nota - ricade su componenti della città che avrebbero dovuto essere maggiormente coinvolte per meglio condividere un'esperienza che ha risvolti sociali, culturali e religiosi, anche nella prospettiva di accrescere le relazioni cordiali e la serena convivenza tra quanti vivono e frequentano Venezia, per eccellenza città dell'incontro tra culture e fedi differenti».



L'installazione rimarrà per i prossimi sette mesi e le reazioni politiche hanno già iniziato a farsi sentire, portando Venezia al centro del dibattito sul posto dell’Islam in Europa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino