Il sogno americano di Guglielmo Zanette: l'arte del mosaico e i suoi talenti esportata oltre oceano

L'architetto pordenonese Guglielmo Zanette in occasione di un'intervista per un network locale all'Avalon Hotel di Miami
PORDENONE - Il mosaico di Spilimbergo conquista l’America grazie all’architetto pordenonese Guglielmo Zanette, anima dell’associazione Naonis, direttore...

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PORDENONE - Il mosaico di Spilimbergo conquista l’America grazie all’architetto pordenonese Guglielmo Zanette, anima dell’associazione Naonis, direttore artistico del concorso Mosaic Young Talent e della mostra Icons of Art, in corso in Galleria Bertoia. Zanette ha saputo credere e costruirsi un sogno americano, diventando promotore dell’arte del mosaico e dei giovani talenti cresciuti alla Scuola spilimberghese.

«Tutto è nato alla Miami Art Basel», racconta. «Qui un’esposizione di ritratti mi ha dato l’ispirazione per un’idea simile, ma in mosaico, coinvolgendo i migliori allievi della Scuola di Spilimbergo. Dalle opere del concorso sono nate due collezioni: 50 Faces e Italian Americans, protagoniste di diverse esposizioni, prima in regione e poi in America, a partire dal 2019».

Da dove avete cominciato?

«Con 50 Faces al MarinMOCA Museum of Contemporary Art (Novato, California), che ha registrato un record di presenze, anche grazie alla comunità friulana del luogo, che ci ha dato un importante supporto. Un successo che ci ha aperto molte porte, con un effetto in crescendo che perdura ancora oggi, nonostante la sospensione forzata dovuta alla pandemia, che ci ha costretto rinunciare a due mostre già programmate, a Chicago e Palo Alto. Nel 2021 siamo tornati al MarinMOCA col nuovo allestimento “Italian American Icons “, mentre per 50 Faces si è aperta una nuova strada in spazi espositivi alternativi».

Quali?

«A fare da apripista è stato il Bankhead Theater di Livermore, conquistando il visionario imprenditore francese Jean - Charles Boisset, titolare di 20 aziende vitivinicole nella Napa Valley, che ci ha invitato a esporre alla Raymond Vineyards, frequentata da personaggi del mondo di Hollywood, che hanno apprezzato molto i ritratti degli attori italoamericani».

Ci sono state anche delle commissioni?

«Diverse. La più significativa è quella dei filantropi Lynn e Joan Seppala, che con una donazione hanno voluto rendere omaggio al famoso banchiere italoamericano A. P. Giannini, fondatore della Bank of Italy, a San Francisco, divenuta poi Bank of America. Il ritratto realizzato dalla giovane mosaicista friulana Denise Toson e presentato all’Istituto italiano di cultura di San Francisco, ha trovato la sua collocazione permanente nell’edificio originale della Bank of Italy di Livermore, aperta il 22 gennaio 1922, esattamente la stessa “data di nascita” della Scuola Mosaicisti del Friuli».

Quali altre curiose coincidenze costellano questo sogno americano che si fa realtà?

«A marzo del 2022, in Messico, mi sono imbattuto nel pordenonese Gino Cadin, socio di alcuni negozi di tendenza per la moda giovane e protagonista della scena musicale pordenonese col gruppo Toil Mexico, che ora vive lì. Rientrato negli Usa, a ottobre 2022, sono stato invitato a esporre la collezione degli Italo americani al mitico Avalon Hotel di Miami Beach, su Ocean Drive, in occasione del mese dei festeggiamenti degli italo americani. Durante l’esibizione della Florida Grand Opera, la cantante ha interpretato le arie di Pavarotti proprio davanti al suo ritratto, realizzato dalla mosaicista Debora Franco. Coincidenze ed emozioni! Il proprietario dell’hotel ha acquistato il ritratto di Al Pacino nei panni di Tony Montana, realizzato da Enzo Subiaz. Grazie alla risonanza mediatica della mostra all’Avalon siamo stati coinvolti nel restauro dei pavimenti a terrazzo veneziano degli hotel del quartiere Art Deco di South Beach. Lavori per i quali abbiamo già contattato diverse aziende artigiane dello spilimberghese».

Progetti in fieri?

«Una serie di esposizioni nei ristoranti dell’imprenditore Tomaso Morelato, nei grattacieli più esclusivi di Miami. Abbiamo già cominciato con The Towers, a Key Biscayne. Abbiamo anche già messo i ferri in acqua per una grande mostra a fine anno, all’Armory Cultural Center di West Palm Beach, sempre in Florida».

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Il Gazzettino