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S. GIORGIO DELLE PERTICHE - Caso riaperto e in due finiscono iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. Il fascicolo della morte sul lavoro dell'albanese di 48 anni Haka Gezim, come richiesto dal pubblico ministero Cristina Gava al Gip, era stato archiviato come un incidente causato dalla disattenzione dell'operaio. Ma la famiglia dello straniero, residente a San Giorgio delle Pertiche, non si è mai arresa. I parenti si sono rivolti all'avvocato Lucia Rupolo dello studio Giancarlo Moro di Padova, e le indagini sono state riaperte dal sostituto procuratore Andrea Girlando. Nei guai sono finiti Silvio Busolin 73 anni di Santa Giustina in Colle all'epoca dei fatti legale rappresentante della Unicka Srl, e Michele Franchi 62 anni di Padova delegato alla sicurezza.
LE INDAGINI
L'avvocato Rupolo nel suo investigare è riuscita a raccogliere due prove fondamentali.
IL FATTO
Era il 31 luglio 2017 quando Haka Gezim è stato ucciso da una scheggia che, uscita a folle velocità da una pressa, gli aveva reciso un'arteria del collo. L'operaio, quella mattina di lunedì alle 11.30, ha posizionato sotto la pressa uno stampo in lamiera. Lo ha pressato e a quel punto è schizzata come un proiettile una scheggia. Colpito al collo è morto dopo pochi minuti. Haka Gezim era molto conosciuto a San Giorgio delle pertiche, dove si era trasferito nel 2004 e tre anni più tardi è stato assunto alla Unicka. Molto scrupoloso nel suo lavoro, non aveva mai avuto alcun tipo di problema. Il pm Gava aveva subito iscritto nel registro degli indagati il titolare dell'azienda e l'addetto alla sicurezza, ma le indagini condotte dallo Spisal non avevano mostrato alcun tipo di negligenza da parte dell'azienda di San Giorgio delle Pertiche. Ma la tenacia della famiglia di Gezim, nel provare a dimostrare come il loro caro sia stato una vittima del lavoro, ha fatto riaprire il caso. Ora il nuovo pubblico ministero ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per i due indagati.
Il Gazzettino