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BELLUNO - Una vita, troppo breve, intrecciata con l'arte. Con le donne a fare da icone nella sua produzione scultorea. Oggi, alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Cavarzano, Leonardo Tramontin riceverà l'ultimo saluto. «È stato l'insegnante di scultura di mio figlio Matteo, gli devo riconoscenza per le dritte che gli ha dato - è Mauro Corona ad esprimere il suo cordoglio - lo conoscevo bene, e mi rammarico di non aver saputo che stesse male. Perché, sapendolo, sarei andato a trovarlo». Leonardo Tramontin è morto, a soli 54 anni, dopo una malattia che lo seguiva da anni. Corona non nasconde il dispiacere: «Un bravo artista, una brava persona, insomma uno in gamba. Dispiace sempre quando viene a mancare la gente perbene, per di più giovane», sintetizza. E poi cita Jorge Luis Borges a proposito del fatto che «non c'è nulla come la morte per migliorare le persone»: «Parole che non valgono per Tramontin, lui era migliore da vivo».
Aveva incontrato varie volte Tramontin, nato a Belluno nel 1968, anche Massimo Capraro, presidente del Consorzio Centro storico. Si vedevano all'ex Tempore: «Al di là del concorso vi erano i momenti di confronto tra gli artisti. E Leonardo si faceva voler bene da tutti i colleghi, era di grande compagnia, sempre sorridente». L'amore per l'arte era nel suo dna, nella testa e nelle mani: gli studi furono prima al Liceo artistico e successivamente all'Accademia delle Belle Arti di Venezia.
Il Gazzettino