Morto Sandro Corradi, il pivot che non si arrendeva mai

Aveva 62 anni, dopo aver cominciato con la Pallacanestro Pordenone aveva giocato in Sicilia quattro anni alla Birex

Sandro Corradi con il numero 9 della Birex degli anni 90
PORDENONE - “Sandrone” se n’è andato. Sandro Corradi, che il 30 maggio avrebbe compiuto 63 anni, era stato colpito da un infarto nella notte tra...

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PORDENONE - “Sandrone” se n’è andato. Sandro Corradi, che il 30 maggio avrebbe compiuto 63 anni, era stato colpito da un infarto nella notte tra giovedì e venerdì, mentre si trovava nella sua abitazione di Pordenone. I soccorsi, per quanto tempestivi, non sono bastati: il suo cuore generoso si è fermato.

Classe 1960, originario di Pradielis, un piccolo centro delle Valli del Torre, era poi arrivato in città con la famiglia, dedicandosi prima all’atletica leggera e successivamente al basket.
Cresciuto nella Pallacanestro Pordenone, si era ritrovato a esordire in serie B nella stagione 1982-83, guadagnandosi spazi importanti grazie alle doti di esplosività atletica nella gambe potentissime, leadership caratteriale e visione di gioco, abbinate a una volontà di ferro e alla grande capacità di “fare squadra” e spogliatoio, sdrammatizzando quando serviva.
Coach Jim McGregor vide quindi in lui le qualità giuste per impostarlo da pivot-ala. “Sandrone” ci mise molto del suo e dal Forum prese il volo per una carriera pro che lo portò in diverse parti d’Italia, con esperienze significative vissute in particolare con l’Icaro Basket di Sciacca nei palazzetti “caldi” della Sicilia, e a Vasto.
Nel 1990, non ancora trentenne, tornò “a casa” e firmò in C per l’emergente Birex Sacile di Renato Della Flora, un’alternativa più che credibile a una Pallacanestro Pordenone in picchiata e agli Amici del Basket che non riuscivano a fare il salto di qualità definitivo. Proprio con i liventini sfiorò la promozione in quella B (nel frattempo divenuta B2) che aveva già “assaggiato” da ragazzo. Ma soprattutto ritrovò un gruppo forte e coeso, come piaceva a lui. Estroverso e guascone, divenne l’idolo dei tifosi. Giocò al palaMicheletto fino al 1994. Lascia la madre e la figlia Caterina.

“Restano indimenticabili - lo ricorda simpaticamente, con un post, la sua vecchia società - le sue chiamate di schemi inesistenti, quelli che a suo dire dovevano creare confusione agli avversari, ma che a volte mettevano invece in imbarazzo i compagni di squadra. L’ultima volta che abbiamo incontrato Corradi è stato il 26 novembre del 2016 per la festa dei 40 anni del Sacile Basket. Certo il fisico non era più lo stesso, ma lo spirito era rimasto immutato: quella voglia di divertirsi in squadra che rimarrà nei nostri cuori”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino