Addio a Pinelli, il poliziotto gentiluomo: dalla Squadra mobile all'anticrimine 38 anni in prima linea

Paolo Pinelli
JESOLO - «La Polizia per me è amore. Per fare questo lavoro bisogna amare questa divisa, oltre ad essere onesti e sempre al servizio dei cittadini». A distanza...

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JESOLO - «La Polizia per me è amore. Per fare questo lavoro bisogna amare questa divisa, oltre ad essere onesti e sempre al servizio dei cittadini». A distanza di qualche anno da quella intervista, le parole di Paolo Pinelli assumono un valore ancora più forte, quasi un lascito testamentario per le nuove generazioni. Trentotto anni nella Polizia, tra la Squadra Mobile di Venezia e l'anticrimine al Commissariato di Jesolo, Pinelli, andato in pensione come sostituto commissario, con la successiva nomina a commissario, è scomparso a soli 62 anni, vinto da una grave malattia contro cui stava lottando da tempo.

CITTÀ IN LUTTO
Una notizia che ha scosso Jesolo, per quello che Pinelli ha rappresentato e fatto nella sua carriera, un poliziotto che aveva la divisa cucita addosso e che tanto ha fatto per la sicurezza dei cittadini. Senza badare a orari di lavoro o da chi arrivasse la richiesta d'aiuto.

LA CARRIERA
Originario di Verona, diplomato all'Ipsia, laureato in Comunicazione internazionale, Pinelli iniziò lavorando alla Mondadori come grafico. «Ma la mia passione era per la Polizia vedevo le auto sfrecciare e mi immaginavo a combattere i cattivi», raccontava. E così presenta, di nascosto dalla famiglia, la domanda per entrare in Polizia. Poi i sei mesi di corso a Trieste, i tre a Milano, poi a Venezia, alla Squadra Mobile. Quindi il trasferimento a Jesolo, dove ha guidato l'anticrimine. «La mia squadra», la chiamava, citando nome per nome Stefano D'Auria, Salvatore Signorelli e Leonardo Zampieri. «Grandi persone, grandi professionisti», diceva con orgoglio. Tante operazioni, tanti arresti, tanti riconoscimenti. L'ultimo proprio il giorno prima di spirare, per una operazione compiuta a Jesolo. «È stato una colonna per il nostro Commissariato. Un uomo che ha saputo darti degli insegnamenti anche negli ultimi giorni della sua vita», dicono commossi i colleghi. Ha concluso la carriera all'ufficio immigrazione della Questura.
Andato in pensione cinque anni fa, collabora con il comando di Polizia Locale tenendo corsi sulla sicurezza, quindi entra nella Croce Rossa. In piena pandemia, è con la Css di Padova a coordinare i flussi nelle zone di spiaggia libera. «È stato un poliziotto di prim'ordine - il commento del sindaco Christofer De Zotti -, che ha contribuito concretamente al contrasto della criminalità in ogni ufficio nel quale ha prestato servizio e Jesolo ha potuto beneficiare delle sue capacità. È stato un uomo dalla schiena dritta, dotato di grande senso civico, empatia e umanità». Tra i messaggi lasciati su Facebook anche quelli dei dirigenti del Commissariato con cui ha lavorato, Mario Argenio e Giuseppe Cerni. La segreteria del sindacato di Polizia Siulp parla di Pinelli come di un "uomo e poliziotto affidabile che, nel corso degli anni, è diventato punto di riferimento per molti, dando anche un importante contributo nel sindacato a tutela dei diritti dei lavoratori».


Pinelli lascia la moglie Chiara e i figli Andrea ed Elisa. I funerali oggi, alle 11, nella chiesa Santi Liberale e Mauro di piazza Milano.

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Il Gazzettino