Padova. Addio al medico Claudio Casotto morto di tumore a 46 anni. Su YouTube raccontava la sua vita con «l'amico cancro»

Lascia la moglie e due figli, sul suo canale social spiegava come conviveva con la malattia partita dal fegato

(foto Usl 6)
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PADOVA - Non ce l'ha fatta Claudio Casotto, il medico padovano 46enne specializzato in Igiene e Psicoterapia dal 2018 lottava contro un tumore partito dal fegato. Era stato lui stesso a descrivere il percorso con quello che chiamava "il mio amico cancro" anche con un vlog su YouTube dove ad un pubblico di migliaia di persone spiegava cosa vuol dire convivere con una malattia così grave e come affrontava la quotidianità.

Lottava contro un tumore, chi era il dottor Claudio papà "social" 

Sposato e papà di due figli, il dottor Casotto aveva lavorato nella sede di via Ospedale a Padova e anche a Piove di Sacco dov'era stato occupato in diversi ambiti tra cui le vaccinazioni pediatriche e quelle anti Covid. Nel 2018 la scoperta della malattia che ha sempre affrontato a testa alta con momenti alti e bassi, com'è inevitabile che sia in queste circostanze. In un'intervista rilasciata alla giornalista Elisa Fais per Il Gazzettino raccontava: «Nel 2018 con la prima diagnosi nutrivo molte speranze: che il tumore non tornasse dopo l’intervento e di essere trapiantato. Molto più difficile è stato ricevere la notizia della metastasi nel 2020 ed essere escluso dalla lista trapianti. Quando mi è stato detto che non ero più operabile, è stato un duro colpo». A lottare con lui c'è sempre stata la sua famiglia. Una presenza che lui stesso descriveva come «più di qualsiasi altra cosa. Mia moglie e ancora di più i miei bambini sono la mia forza. So che in linea di massima potrei mollare e che verrei capito ed accettato, ma non posso accettare l’idea che loro debbano rinunciare ad avere un padre. So che questo potrebbe accadere, ma per loro farò sempre di tutto e di più».

Il vlog sul canale YouTube: «Io e il mio amico cancro»

Poi l'idea di aprire un canale YouTube dove tenere informate le persone sulle sue condizioni e su come affrontare la vita con un tumore. «All’inizio la volontà era quella di lasciare un segno per i miei cari - aveva spiegato nell'intervista a Il Gazzettino - Poi è venuta la voglia di condividere anche per spiegare come si può vivere una situazione del genere. Il tutto senza voler dare soluzioni o regole da seguire valide per tutti». Le reazioni sul web sono sempre state di supporto per lui: prima da parte di parenti e amici, poi arrivavano consensi e "pacche sulla spalla virtuali" da un pubblico sempre più ampio. 

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Il Gazzettino