È morto Paolo Fabbri, l'amico di Umberto Eco che insegnò allo Iuav di Venezia

Paolo Fabbri
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VENEZIA - Il filosofo Paolo Fabbri, semiologo di fama internazionale, con l'amico Umberto Eco tra i pionieri della semiotica con studi che hanno svelato i meccanismi del linguaggio e dell'arte, è morto, dopo una lunga malattia, questa mattina a Rimini all'età di 81 anni. Era nato nella città romagnola il 17 aprile 1939. Era il fratello maggiore di Gianni Fabbri, il patron della discoteca 'Paradiso', il 're delle notti' riminesi. Per 35 anni (1977-2002) ha insegnato al Dams dell'Università di Bologna ed ha concluso la carriera accademica alla Facoltà di Design e Arti dell'Università Iuav di Venezia.


Laureato nel 1962 all'Università di Firenze, Paolo Fabbri si specializza in semiologia, semiotica e filosofia del linguaggio all'École Pratique des Hautes Études (Ephe) di Parigi, dove segue i corsi di Roland Barthes, Lucien Goldmann e Algirdas Julien Greimas. Questo contatto con la semiotica strutturale francese sarà destinato a costituire una prospettiva teorico-metodologica di cui diventa uno dei più attivi ricercatori. Al ritorno in Italia nel 1966, Fabbri insegna semiotica con Umberto Eco all'Università di Firenze (Facoltà di Architettura) e dall'anno successivo diventa professore incaricato di filosofia del linguaggio presso l'Istituto di Lingue dell'Università di Urbino (1967-76), dove fonda, con il rettore Carlo Bo e Giuseppe Paioni nel 1970 il Centro Internazionale di Semiotica e di Linguistica: la prima scuola di semiotica nel panorama internazionale, dopo quella di Tartu (Estonia) fondata da Jurij Lotman.


Dal 1977 Fabbri inizia la sua attività di insegnamento presso l'Università di Bologna, dove tiene fino al 2002 l'insegnamento di Semiotica delle Arti presso il corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (Dam), di cui è stato presidente dal 1998 al 2001. Dal 2003 al 2009 è stato professore ordinario di semiotica dell'arte e della letteratura artistica presso la Facoltà di Design e Arti dell'Università Iuav di Venezia. 
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Il Gazzettino