Bruno percosso e morto in ospedale: la bara portata a spalla dagli amici

Bruno Modenese e la bara portata a spalla dagli amici
PELLESTRINA - «Una giovane vita amabile ed amata è stata spezzata improvvisamente e le cause sono ancora avvolte da un oscuro silenzio». Così...

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PELLESTRINA - «Una giovane vita amabile ed amata è stata spezzata improvvisamente e le cause sono ancora avvolte da un oscuro silenzio». Così Emanuele Modenese, prendendo la parola dal pulpito al termine della messa ha ringraziato tutta la comunità di Pellestrina per la partecipazione alla tragedia che ha colpito la sua famiglia per la morte del fratello, Bruno, di cui ieri mattina si sono celebrati i funerali nella chiesa di San Pietro in Volta. Bruno da tutti è stato ricordato e raccontato come una persona buona e sensibile. Cerimonia celebrata dopo oltre 20 giorni dalla morte, lo scorso 19 settembre avvenuta durante il ricovero nel reparto di psichiatria dell'ospedale civile, in conseguenza a gravi lesioni subite sulle quali sta indagando la magistratura.


Amici e familiari hanno potuto dare così a Bruno l'ultimo saluto, in attesa che le indagini che dovrebbero fare chiarezza sulle cause del decesso facciano il loro corso. Al momento è stata aperta un'inchiesta con l'ipotesi di reato per omicidio preterintenzionale in cui risultano iscritti nel registro degli indagati due infermieri dell'Ulss 3 Serenissima, e il medico in servizio nel reparto di psichiatria. Ma ieri, dopo una lunga attesa che ha dilatato il lutto e la tragedia, è stato il momento anzitutto della commozione.

LA CERIMONIA


La bara di Bruno, in legno bianco come il suo candore e la scomparsa prematura, è arrivata sul molo di Pellestrina e qui è stata portata in spalla dagli amici. Stessa scelta all'uscita dalla chiesa: gli applausi hanno accompagnato il feretro e tutta la famiglia Modenese fino al cimitero di Portosecco, Fino al camposanto gli amici, turnandosi, hanno portato la bara a spalla. Centinaia di persone hanno partecipato al corteo funebre con la presenza anche della polizia locale e dei carabinieri dell'isola. Tutti hanno voluto portare un fiore, un pensiero e una preghiera, a Marilena, mamma di Bruno, al padre Sergio ai fratelli Emanuele e Marco e a tutti i parenti. «Una famiglia meravigliosa - ha sottolineato il consigliere comunale e delegato del sindaco, Alessandro Scarpa Marta - Per questo ci tenevo ad essere presente, anche a titolo personale, e Bruno, lo posso testimoniare, era una persona buonissima che non avrebbe mai fatto male a nessuno. Chi sa deve parlare». In chiesa con discrezione anche gli avvocati Augusto Palese e Renato Alberini, cui la famiglia si è rivolta per avere giustizia in nome di Bruno. Sempre al termine della messa al microfono Emanuele ha voluto ringraziare tutti per la vicinanza dimostrata in queste settimane e citando per nome il medico del Suem di Pellestrina e il comandante dei carabinieri della stazione isolana «per essersi presi cura di Bruno, fin dai primi momenti». «La vostra vicinanza - ha proseguito il fratello rivolto a tutta la comunità - ci ha regalato un po' di luce, nel buio in cui siamo precipitati. Grazie anche per la vostra presenza così numerosa durante la fiaccolata». Bruno ha donato i suoi organi, dando una nuova vita a quattro persone in grande difficoltà.
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Il Gazzettino