PORDENONE Sono passati quasi dieci anni da quel tragico 1 novembre 2008. Da quell’esplosione che, nel pomeriggio, scatenò l’inferno al poligono di via Tiro a...
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Dieci anni dopo la vedova Elisabetta Brambilla e il figlio Fabio, 34 anni, gravemente disabile (il padre dell’uomo, Ermanno, è scomparso due mesi fa), attendono giustizia dopo il ricorso contro la sentenza che, pochi mesi fa, ha riconosciuto alle vittime un risarcimento irrisorio. L’udienza è fissata per il prossimo 20 aprile a Trieste. La prima sentenza, quella del Tribunale di Trieste sulla causa civile, è arrivata nel luglio dello scorso anno, ma a loro è suonata come una beffa: le responsabilità dell’accaduto sono state attribuite al presidente del Tiro a segno e alla sezione pordenonese dello stesso, ma il massimale dell’assicurazione stipulata per il poligono era stato fissato in soli 500mila euro, ridotti poi a circa 300mila perché il numero delle linee di tiro è risultato superiore a quello dichiarato.
Ed è questa la somma complessiva da dividere fra i familiari di Toffolo e le altre vittime, l’esplosione ferì gravemente altre tre persone.
Il Gazzettino