Morto nel sonno a 25 anni: intitolato ad Alberto Chatail il campo da rubgy di Cendon

SILEA - Il campo di rugby di Cendon di Silea è stato intitolato ieri, nel corso di un partecipatissimo torneo, alla memoria di Alberto Chatail, il rugbista morto nel...

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SILEA - Il campo di rugby di Cendon di Silea è stato intitolato ieri, nel corso di un partecipatissimo torneo, alla memoria di Alberto Chatail, il rugbista morto nel sonno a 25 anni, probabilmente per una crisi epilettica. Avrebbe compiuto 26 anni tra due giorni, il 16 maggio. Così ieri, per ricordarlo, gli amici hanno organizzato un torneo di touch rugby a Silea. E i partecipanti sono stati una miriade. Circa 250 bambini, scesi in campo insieme alle loro famiglie, mamme comprese, e oltre 150 adulti. In una serie di tornei “speciali” perchè senza placcaggi nè mischie per permettere a tutti, proprio a tutti, di giocare in totale sicurezza.


GENITORI IN PRIMA LINEA

Ad inaugurare il pomeriggio, con i genitori di Alberto in prima linea, il sindaco Rossella Cendron che ha illustrato l’iniziativa, inaugurando la targa appesa all’ingresso del campo di rugby: «Ha messo al centro della sua vita la squadra e i bambini che allenava a fare le cose con gioia. Per la comunità Alberto è stato importante ed era giusto dedicargli il campo». Quindi il presidente del Silea Rugby 1981, dove il ragazzo giocava e dove allenava i bambini: «Alberto era il 2, il tallonatore, quindi era doveroso dare il suo numero e il suo nome al campo nuovo. È un modo perchè questo ragazzo dal cuore d’oro rimanga per sempre in mezzo a noi». Poi, è stata la volta dei compagni di squadra che gli hanno dedicato un omaggio vocale, composto da un grido lanciato verso il cielo. «È stata la giornata ideale per dedicare il campo a mio figlio e per festeggiare il suo compleanno -dice il papà Frederic- Alberto ci manca tantissimo, ma siamo circondati dai suoi amici e da tutto il bene che ha seminato finchè è stato con noi». Alberto Chatail stava terminando l’università, suonava in una band e giocava a rugby. «Non sappiamo cos’è successo la notte in cui è mancato. E non ci interessa saperlo. Viviamo nella sua memoria» dicono i genitori. Mentre, in campo, grida e colori si mescolano insieme. Proprio come piaceva a lui.

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Il Gazzettino