Cala il sipario su Alfredo Furlan il “signore” degli spettacoli

Alfredo Furlan e uno dei cinema che aprì a Mestre
MESTRE - Fino a poche settimane fa ha continuato ad andare in ufficio per controllare gli incassi. Una deformazione professionale per l’uomo che più di tutti ha fatto della...

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MESTRE - Fino a poche settimane fa ha continuato ad andare in ufficio per controllare gli incassi. Una deformazione professionale per l’uomo che più di tutti ha fatto della cultura e degli spettacoli una professione. Creando dal nulla, negli anni del dopoguerra, una "holding" che spaziava dalla musica al cinema passando per il teatro di prosa e per il varietà.


Ecco perché la scomparsa del commendator Alfredo Furlan, spentosi ieri all’età di 97 anni, è destinata a lasciare un vuoto.



Aveva cominciato nel 1945, reduce da sei mesi di prigionia in Polonia, a lavorare nel cinema con il padre Giovanni. Anni d’oro, quelli della ricostruzione, dove la voglia di svago si mescolava alla creatività, e dove i divi del cinema non disdegnavano di cimentarsi nelle sale teatrali facendo il pienone. E il teatro, ceh permetteva di confrontarsi direttamente con gli artisti, era forse la sua maggior passione. Così a Mestre arrivarono Macario e Totò.



Ma il commendatore nella sua carriera aveva anche "inventato" negli anni Sessanta la formula di Esterno Notte, con la proiezione a Mestre dei film della Mostra del cinema di Venezia. Negli anni la famiglia aveva gestito il teatro Toniolo, aperto il Corso nel 1949 e nel 1963 il cinema San Marco.

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Il Gazzettino